ROMA _ Con il decreto legge 1441, il Governo ha di fatto modificato l’articolo 1, comma 622, della L.296 del 27/12/06, che stabiliva l’età di accesso al lavoro non prima dei 16 anni e quindi l’istruzione obbligatoria fino a quell’età. Oggi la Commissione Lavoro presso la Camera dei Deputati apre la porte del mondo del lavoro ai ragazzi di 15 anni. L’on. Anita Di Giuseppe (Italia dei Valori) fa il punto della situazione e commenta: Il messaggio sembra chiaro: “chi non ha voglia di studiare vada a lavorare”. Eppure le aziende chiedono alla scuola giovani preparati, con competenze adeguate in italiano, inglese, matematica e informatica; non è distogliendo i giovani dalla scuola che si insegna loro il “saper fare”.
La Commissione avrebbe dovuto tener presente che l’obbligo d’istruzione non può essere risolto con l’apprendistato. La preoccupazione maggiore del sistema scolastico italiano è ed è stata sempre quella di far fronte a situazioni di disagio che spingono gli studenti ad abbandonare gli studi, fattori da ricercarsi principalmente nella famiglia e nell’ambiente sociale d’appartenenza. Allontanandoli dalla scuola, il Governo non solo favorisce l’abbandono dei banchi, ma rende impossibile affrontare e superare le cause di questo fenomeno.

Meglio sarebbe offrire scelte più ampie ai giovani all’interno della scuola, la quale ha un valore sociale senza pari e garantisce l’opportunità per il ragazzo di imparare a rispettare le regole del vivere insieme, di accettare il “diverso” e di ottenere gli strumenti per realizzarsi. Conclude l’onorevole: “Dare ai giovani la possibilità di lasciare la scuola, anche solo un anno prima, significa mortificare le loro possibilità di apprendimento e privarli di principi fondamentali di supporto per affrontare la vita”. IdV Molise

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1 commento

  1. Un intervento di peso!
    non c’è che dire, quello dell’onorevole DI GIUSEPPE è un intervento molto importante nello scenario della politica italiana e il suo pensiero sicuramente sulla politica del lavoro in italia!!