CAMPOBASSO _ Con la casa in fiamme il buon senso direbbe di non prendersela con chi ha lanciato l’allarme, ma piuttosto con chi è responsabile di aver appiccato l’incendio! Nessuno si rallegra della situazione economica regionale attuale, che giorno dopo giorno emerge con sempre maggiore chiarezza, sarebbe il caso, invece, di preoccuparsi. E profondamente. Così come dovrebbe fare anche il Presidente Iorio, piuttosto che cercare ancora di minimizzare. Non è più una questione di semplice polemica politica, adesso sono i numeri a certificare il fallimento del decennio di Michele Iorio. Nelle ultime settimane le notizie drammatiche sulla reale situazione delle finanze regionali sembrano inseguirsi, non lasciando più margini a goffi tentativi di giustificazione.

Il deficit sanitario ai massimi storici ed ancora in aumento (come dimostrano i dati resi pubblici dall’Ispettorato Generale per la Spesa Sociale della Ragioneria Generale dello Stato che vedono Abruzzo, Lazio, Campania e Sicilia migliorare i loro conti, al contrario del Molise che nel 2009 mostra un aumento del suo disavanzo rispetto al 2006, passando dal 13,1% al 14,3%), il Piano di Rientro definitivamente bocciato dal Governo Berlusconi, centinaia di consulenze esterne senza alcuna regola (la proposta di legge n°89 che prevedeva una razionalizzazione organica degli incarichi esterni, primi firmatari il cons. Niro ed io, giace in un cassetto dal febbraio del 2008!) ed in ultimo la conferma (a distanza di due mesi dall’accertamento!) dello sforamento da parte della Regione del c.d. Patto di Stabilità Interno.

Con colpevole ritardo si è confermato il mancato raggiungimento degli obiettivi di bilancio e di conseguenza ancor più in ritardo si attiveranno le procedure obbligatorie previste per legge, come quelle pesantissime e durissime stabilite dall’art.14 del decreto legge 78 del 2010. Dure e pesanti sempre e solo per i cittadini molisani, si intende. Gli effetti di quest’ultimo colpo alle già compromesse finanze regionali saranno visibili ed inevitabili sin da subito, certamente con tagli consistenti alla spesa pubblica, ma la paura, più che concreta, è quella dell’aumento generalizzato dei tributi e tasse locali e dei contestuali tagli sommari ai servizi pubblici essenziali per i cittadini come quelli sanitari, sociali, scolastici, culturali. Sono i molisani più deboli e le famiglie più fragili a pagare già oggi il costo più alto della crisi internazionale e regionale, e se il 2010 dovesse chiudersi come il 2009 saranno loro a scontare nei prossimi anni gli errori di questo Governo regionale che ogni giorno di più sembra ricoprire il ruolo di curatore fallimentare del Molise. Ci sono uomini che nella loro vita sono chiamati a rivestire l’incarico più delicato ed importante all’interno di una comunità: governare e decidere del bene e del futuro dei cittadini.

La serietà e la qualità di questa classe dirigente si misura anche e soprattutto dalla capacità di progettare un futuro collettivo migliore e solo tenendo in ordine i conti pubblici si pongono le basi per il raggiungimento dell’obiettivo. Sono giorni difficilissimi questi per l’intero Molise, durante i quali sta cadendo definitivamente il velo di contraddizioni e bugie di un modello politico, clientelare e feudale, che ha riportato indietro la nostra terra. Il modello Iorio oggi sta sbriciolandosi miseramente sotto i nostri occhi, mostrando d’un colpo tutte le sue incoerenze, i sui limiti strutturali, che ha garantito negli anni la fortuna dei pochi amici a discapito dei tanti meritevoli, la svendita delle preziose risorse naturali a favore dell’industria energetica, un deficit pauroso che inchioda a terra la voglia di sviluppo e di crescita di un intero popolo, un territorio sempre più periferico, ai margini, rassegnato ed umiliato che ora rischia di perdere in ultimo anche la sua identità e la sua autonomia regionale.

Una classe dirigente seria ed all’altezza del compito affidatole in momenti come questi guarderebbe in faccia i problemi, ammetterebbe gli sbagli e proporrebbe una via d’uscita dalla palude. Non questa classe dirigente. Troppo intenta com’è a negare l’evidenza, a rifiutare la realtà, a nascondere il baratro dinanzi al quale ci ha portato. Solo i cittadini conoscono la reale portata della crisi, non solo quella economica, ma anche politica, sociale, umana ed identitaria che questa regione sta vivendo. A loro e a noi tocca il compito di dare speranza e rinnovata voglia di futuro attraverso un progetto di governo alternativo che ponga il benessere, la piena occupazione, la salute, il risanamento dei conti pubblici e il rispetto del territorio al centro della rinascita del Molise.

Pardo Antonio D’Alete

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