TERMOLI _ A causa di un piccolo intervento chirurgico, definito di “routine”, a cui ho dovuto sottoporre uno dei miei figli ho avuto modo di fare delle riflessioni agrodolci sul nostro sistema sanitario. Premesso che personalmente ritengo non si debba risparmiare su sanità e scuola bensì ottimizzare, va da sé che siamo tutti d’accordo, compreso gli operatori-del settore, che negli anni scorsi s’è esagerato nello spreco a 360. Noi italiani però nòn siamo il popolo delle mezze misure e quindi sprechiamo oppure utilizziamo ma sempre oltre ogni limite. Nel campo sanitario, in questi tempi di vacche magrissime, assistiamo all’esaltazione dei contrari.  Infatti, medici e infermieri come a Pediatria, Otorinolaringoiatria e Pronto soccorso dell’Ospedale termolese, esaltano in senso positivo le loro doti professionali e umane sapendo sopperire ad una serie infinita di carenze: dai materiali ai macchinari, dalle risorse umane (pochi infermieri) alla indisponibilità dei “tecnici” che, adducendo motivazioni “inoppugnabili”, non consentono lo svolgimento delle noi ui attività lelia struttura.

Può capitare che si chieda una prestazione e, se ne vogliano imporre due, con evidente aggravio di spesa per l’intera collettività. Può succedere altresì che si programmi un intervento, una visita, comunque una prestazione e poi non si effettui a causa di motivazioni ‘cliniche” che qualche anno fa non avrebbero avuto alcun “valore” ma che adesso ce l’hanno e sono tanto importanti da essere fondamentali e soprattutto inversamente proporzionali alla cancellazione di ristori economici dalle più variopinte giustificazioni.

Il nosocomio termolese del quale si sente spesso parlare in termini negativi è permeato anche di personale capace che svolge il proprio lavoro con professionalità, prima di tutto, serietà, abnegazione e umanità, ma viene sovente sovrastato, depresso e svilito da una pletora di persone, certamente minoritarie e che fanno più notizia, che badano solo al denaro, alla loro posizione, dimentichi che hanno a che fare con persone e non con delle cose. Totò divideva il genere umano semplicemente in uomini o caporali. Vi auguro, in ospedale, di incontrare solo uomini, perché di caporali ne può bastare anche uno soltanto.

                                                                                                                                                       Giuseppe Antonio Spezzano 
                                                                                                                                                   Capogruppo di Alleanza di Centro

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