I dettagli del progetto di rilancio sono stati illustrati oggi dall’Amministratore delegato Claudio Di Florio

TERMOLI _ Il Piano industriale per il rilancio dello  Zuccherificio del Molise illustrato oggi da Remo Perna e dall’Amministratore delegato Claudio Di Florio ha incassato i primi commenti positivi dei sindacati e dei lavoatori. Entro i prossimo 4 anni tante le novità spiegate per dare nuova vita ad un impianto i cui deficit di bilancio sono sempre più pesanti.

In primis” si parte con l’Ammodernamento dei macchinari esistenti per poi ampliare e differenziare la produzione in più tipologie di  zucchero con il miglioramento degli ambienti di stoccaggio del prodotto con lo scopo di far lavorare l’azienda tutto l’anno e non soltanto l’estate.

Questi i tre punti cardini del nuovo Piano industriale dello Zuccherificio del Molise varato dall’Amministratore delegato dell’impianto termolese Claudio Di Florio e presentato oggi ai lavoratori e sindacati dell’azienda. Accanto allo zucchero bianco andranno affiancate sottoproduzioni come gli impalpabili (zucchero a velo), granella, fruttosio, zucchero liquido e prodotti per alimenti probiotici attraverso la dismissione del ciclo “Quentin” e l’attivazione di un impianto di produzione sciroppi in grado di aumentare la qualità dei semilavorati ottenuti dalla trasformazione delle bietole ed essere presenti in settori alimentari più remunerativi come l’industria dolciaria.
 
L’Amministratore delegato ha anche annunciato la realizzazione di un digestore anaerobico, un impianto che permetterà la valorizzazione delle polpe esauste, altro semilavorato delle barbabietole con le quali si produrrà energia da immettere nella rete.

“L’idea _ ha dichiarato Di Florio _ è di mandare in regime l’impianto nel 2011 ed essere già attivi per il 2012. Già in questa stagione lavorativa impiegheremo un impianto pilota per le prime verifiche”. Altra priorità è l’aumento degli investimenti per avere una significativa riduzione della bolletta energetica che attualmente si aggira sui 6-7 milioni di euro l’anno. “Il prodotto inoltre dovrà essere conservato in ambienti refrigerati per conservare inalterata la qualità originaria contrariamente a quanto avviene oggi _ ha spiegato l’Amministratore delegato _. Intanto è già iniziata la realizzazione di un impianto fotovoltaico. Tra le altre priorità quello di utilizzare anche altre colture per l’estrazione dello zucchero come l’uva, la frutta ed alcuni tipi di ortaggi così da riuscire a far lavorare di più i produttori locali e ad avvicinare le coltivazioni nel raggio massimo di una ottantina di chilometri riducendo i costi di trasporto contrariamente a quanto avviene oggi che siamo giunti a ritirare il prodotto in più regioni d’Italia in un raggio di 280 chilometri”.

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