TERMOLI _ Non saranno pagati i permessi elettorali ai dipendenti Fiat impegnati nei seggi elettorali e come rappresentanti di lista. E’ quanto denunciato oggi dalla Fiom-Cgil che, questa mattina, ha preso parte alla riunione convocata dall’azienda durante la quale ha annunciato tale decisione alle rsu delle diverse sigle sindacali.

”Saranno sostituiti con giorni di permesso (par) o non retribuiti – ha dichiarato Umberto Mastronardi della Fiom di Termoli – Una situazione inaccettabile e per tale motivo il sindacato mettera’ a disposizione i propri legali per i lavoratori interessati a presentare un ricorso”.

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21 Commenti

  1. Penso che in un periodo di crisi come quello in cui viviamo tutti debbano, nel concreto, farsi carico di sacrifici e non rinunciare, ma rivedere, i cosiddetti diritti acquisiti in tempi diversi dagli attuali. A mio avviso non bisogna generalizzare sui principi ma realisticamente valutare le situazioni che vengono a trovarsi. Prima di esprimere giudizi bisogna sapere quanti lavoratori a vario titolo (candidati, scrutatori, rappresentanti di liste) hanno chiesto i permessi elettorali. C’è il rischio reale di bloccare la fabbrica? Stiamo parlando di tre persone o di dieci o di cinquanta o di oltre cento? Io che ho un’attività in proprio non per libera scelta e faccio fatica a disporre mensilmente di uno stipendio minimo da operaio non posso permettermi permessi elettorali….

  2. Premesso che sono sempre gli stessi quelli interessati a permessi elettorali, permessi per la partita della nazionale, malattie in occasione delle festività e dei “ponti” mi chiedo se è ancora giusto lamentarsi se la Fiat si trasferisce all’estero. E’ ora di finirla con i MIEI diritti ed i TUOI doveri. Se non vi sta bene lavorare alla Fiat dove siete stati assunti dietro raccomandazioni licenziatevi e fate spazio a chi ha bisogno di lavorare.

  3. TANTI
    Sono sempre tanti gli operai che si “impegnano” in ogni elezione per FARE I RAPPRESENTANTI DI LISTA. Forse per senso civico? Giorni pagati dall’Azienda più il recupero a riposo per i gironi impegnati a rappresentare una lista qualsiasi durante le elezioni. Fa bene la Fiat a stringere i cordoni e dire basta! Certo che i sindacati,il primo covo di sfaticati,non saranno daccordo con questa decisione! Ma devono capire che in un mondo globalizzato,dove le aziende possono produrre facilmente tanto a Termoli, ma ancora di più in Serbia,Polonia o India con immensi vantaggi economici,è ora che iniziano a pensare come tenersi caro il loro posto di lavoro. Vogliano o no,il futuro passa per gli accordi di Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco!
    Poi, davvero non capisco: fanno il diavolo a 4 per cercare una raccomandazione per essere assunti in FIAT, eppoi si lamentano di continuo.

  4. sapete che alle elezioni comunali nei comuni sotto i 1000 abitanti (es.Ripabottoni) ci sono liste composte esclusivamente da guardie peniteziarie che non riporteranno nemmeno un (1) voto??? approfittano del fatto che per il loro regolamento la candidatura comporta il beneficio di 30 giorni di permesso retribuito. Viva l’Italia!!!

  5. da tutti voi
    Cari signori tutti, sapete che esistono dei diritti sanciti per legge? (in questo caso DPR 361/57 art. 119, come sostituito dalla L. 53/90 e modificato dalla L. 69/92).Avete mai lavorato in una linea di produzione? La maggioranza degli operai deve produrre e non può nascondersi, a fine turno si rassegnano dei numeri. E quei numeri parlano. E’ il loro dovere.Esistono gli imboscati(come ovunque, ma le vostre osservazioni sono semplicemente sterili argomentazioni da bar.
    Cari signori,nessun diritto senza doveri,nessun dovere senza diritti.
    Caro ANONIMO, sai quanto costa la manodopera nei paesi da te citati e in quali condizioni lavorano in termini di sicurezza lavoro? Vogliamo regredire e tornare alla schiavitù?
    In Polonia un operaio Fiat guadagna 580 euro lordi al mese per 48 ore di lavoro alla settimana, che diventano 380 euro dopo le trattenute. Ottimo, vero? E non parliamo di Serbia, India e via discorrendo.
    Ma per favore!

  6. X ex occupato pre-occupato
    La questione dei permessi elettorali retribuiti forse scatena sterili argomentazioni da bar ma sicuramente deve far riflettere sinceramente tutti. I precedenti interventi, a mio avviso, non volevano offendere nessun lavoratore serio ma ricordare che in tempi di crisi economica e di lavoro bisogna pur rinunciare a qualche “diritto” che sa di privilegio. Assentarsi dal posto di lavoro senza perdere la retribuzione per soddisfare personali esigenze di democrazia elettorale e lasciare in difficoltà il datore di lavoro specie se questo tipo di assenza riguarda un numero importante di dipendenti è un problema serio che nulla a che fare con il lavoro all’estero e la sicurezza sul lavoro o altri argomenti da non sottovalutare. Cerchiamo di non perdere quel poco di lavoro che abbiamo e ricordiamoci che un lavoratore dipendente ha una busta stipendio misera ma SICURA.

  7. x peppino
    Non mi sembra che la fiat a termoli sia stata costretta a fermata produttiva o qualcosa di simile (notizie in tal senso non ce ne sono state), quindi il paventato assenteismo mi sa tanto di bufala bella e buona, qualcosa a cui aggrapparsi per far pressione sui lavoratori.
    Così come è assurdo addossare le responsabilità dei cali produttivi o delle mancate vendite sugli operai, dicendo che devono rinunciare ai diritti per conservare il lavoro.Il costo del lavoro sui modelli Fiat pesa solo per il 7% (e questo dato l’ha dichiarato fiat stessa).Le cause di tutto ciò sono più in alto. O da altra parte. Come gli interessi. Come il silenzio del governo su questa questione (o addirittura il suo avvallo).E su questo ce ne sarebbe da dire all’infinito, anche solo accennando agli aiuti di stato. Grazie ai quali in Serbia andranno a produrre.Guarda caso….

  8. x ex occupato pre-occupato
    Nel leggere “non mi sembra che ….” ho capito che stiamo parlando di teorie e non di cose pratiche. Prima di ogni discussione bisogna documentarsi e partire dal numero dei richiedenti i permessi elettorali (è questo il vero problema).
    Inoltre nel constatare che dai permessi retribuiti ai lavoratori dipendenti si passa alle disquisizioni sulle responsabilità dei cali produttivi, alle condizioni di lavoro all’estero ed ad altre considerazioni di tutto rispetto ma che non hanno niente a che fare con i permessi elettorali ho capito che è meglio chiudere l’argomento non prima di aver precisato il mio pensiero:
    – permessi elettorali SI anche ai tutti i lavoratori autonomi (ad esempio muratori, operai, imbianchini, commercianti….) ma con retribuzione obbligatoria e documentata a carico delle liste che intendono “usufruire” dei rappresentanti;
    – permessi elettorali SI anche a lavoratori dipendenti con retribuzione obbligatoria e documentata a carico delle liste che intendono “usufruire” dei rappresentanti;
    – ristoro delle conseguenze penalizzanti ai datori di lavoro che concedono di permessi elettorali;
    – rivisitazione delle regole dei permessi elettorali con chiarimenti precisi sul numero di concessioni (da valutare tenendo conto di tutti gli elementi connessi alla problematica quali il numero di richieste, la loro durata, la situazione dei datori di lavoro…..);
    – valutazione di altri aspetti inerenti questo problema che attualmente a me, non esperto del settore, sfuggono.
    PRECISO che personalmente sono a favore di non porre limiti alle concessioni dei permessi elettorali ma solo in presenza di regole precise ed aggiornate anche all’attuale momento di crisi economica…… e non mi venite a dire che le spese devono essere a carico dello Stato (= cittadini contribuenti) perchè non si possono e devono scaricare spese in nome della democrazia e bisogna rispettare le tasche di chi deliberatamente e democraticamente non va a votare.

  9. x peppino
    Nessuna teoria, fermata produttiva non c’è stata (viste le fughe di notizie che normalmente si hanno, questa sarebbe stata spiattellata sicuramente su qualche giornale e/o on-line).
    Comunque, ad averceli certi dati, si ragionerebbe meglio.
    Riguardo al fatto che sono andato a parare su cose non inerenti all’argomento, allora potevi intervenire anche prima a richiamare i precedenti commenti che nulla hanno a che vedere con la tua visione di una nuova regolamentazione dei permessi (forse il primo commento si, gli altri? Qualcuno ha parlato di rinunciare ai diritti, di globalizzazione, di operai sfaticati, imboscati. Le mie risposte sono inerentissime a tutto questo).
    A proposito del bisogno di una regolamentazione migliore, questo è condivisibile, ma non essendo anch’io esperto del settore, sfugge qualcosa anche a me.
    Sicuramente però, se Lo Stato chiama alle urne, lo Stato si fa carico delle spese, non può essere diversamente.
    p.s. “deliberatamente e democraticamente non va a votare”: votare è un diritto e un dovere civico (la Costituzione Italiana art.48), non si è obbligati, certo, ma così facendo si fa decidere altri anche per chi non va. E allora, dopo, non ci si deve lamentare. Che poi la legge elettorale debba cambiare…ma questo è un altro discorso.

  10. Chiacchiere, chiacchiere e chiacchiere. Prima documentiamoci su quanti permessi elettorali sono stati richiesti/concessi in Fiat e poi cominciamo a parlare…..
    Comunque condivido l’intervento dell’operaio fiat inerente il fatto che ogni occasione è buona per non lavorare e riguarda sempre gli stessi e i più raccomandati.

  11. ho 5 dipendenti e 3 di loro domenica e lunedì sono stati al seggio: gli pago 415,68 euro di retribuzione lorda più i contributi… alla fine spendo quasi 600,00 euro. Lunedì produzione ridotta a meno della metà.. la democrazia è bella ma ha me costa!!! In più loro riceveranno i rimborsi elettorali dal Comune. A me chi gli rimbroserà?????

  12. per ninna
    Ninna i tuoi dipendenti fanno già volontariato lavorando per la tua azienda, perché chiamare retribuzione i 415 euro che percepiscono è un eufemismo. Non potevano certo rinunciare a tre giorni di lavoro pagati quasi come una mensilità!

  13. diritti
    Non capisco perchè ci meravigliamo. Chiunque potendo percepire una remunierazione senza lavorare cerca di approfittarne. Se il diritto c’è è giusto rivendicarlo. La questione, come giustamente è stata messa in evidenza, è che in una situazione di crisi bisogna fare qualcosa, perchè se non si fa qualcosa non si perdono solo i diritti, ma si perde tutto. Allora sarebbe giusto rinegoziare a livello sindacale questi diritti. Per esempio abolendoli tutti. Non per tornare alla schiavitù, come paventa un gentile interlocutore, ma per non cadere nell’inferno della disoccupazione cioè nella fame.
    Quando la situazione migliorerà si tornerà a parlare di diritti.
    Interessante l’intervento di peppino. Solo che mettere tutto i in capo alle liste, significa far pagare i partiti, quindi i rimborsi, quindi i cittadini e torniamo a pagare noi.