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TERMOLI – E alla fine arrivò anche la dichiarazione della Soprintendenza ai Beni Paesaggistici e Culturali e l’opposizione del Rappresentante del Servizio di Pianificazione e Gestione Territoriale e Paesaggistica della Regione Molise. Ma si tratta ancora di dichiarazioni e di pareri. Nulla è ancora legiferato. Insomma, non c’è ancora una legge o un semplice decreto legislativo; nulla per cui si possa affermare che il progetto del tunnel  venga annullato. Si va avanti a “colpi di fioretto”. 

La “scarpata”  di S. Antonio, definita per l’occasione “falesia”,  verrebbe addirittura distrutta definitivamente (orrore!) da quest’opera inutile e dannosa, come l’ha definita qualcuno. Ma siamo obbiettivi! La “scarpata” verrebbe invece valorizzata creando quella possibilità di continuità tra il Piano e la parte sottostante, ricongiungendolafinalmente, col mareSi creerebbecosì, uno spazio per il teatro all’aperto, per il verde e gioco per i bambini e, finalmente, una vera e propria terrazza sul mare insieme al sovrastante Piano di S. Antonio che non verrà affatto eliminato ma, viceversa, valorizzato.
Fino ad ora si sono sentiti solo pareri di gruppi politici o qualche Solone della politica e della culturaPersonalmente sono sempre stato a favore di un  Referendum anche di una Commissione Referendaria che, valutasse e discutesse i punti del progetto. Una proposta sarebbe quella di ridurre gli interventi. E cioè
– eliminare il grande parcheggio (lasciando quello che già c’è) e ripensare all’auditorio (che, si dovràcomunque costruire in un altro momento in un altro luogoil paese ha bisogno di uno spazio dove svolgere le attività culturali e non si debba più servire di strutture ubicate in altri paesini dell’hinterland);
– eliminare i mini appartamentini previsti;
– ripristinare a verde la vecchia Villa Comunale, (senza lo sbancamento del sottostante parcheggioche non si eseguirà più);
– non rimuovere la vasca con la sua bellissima Scultura del Tritone.

Con queste PRECISAZIONI PROGETTUALI si può andare ad UNA TRATTATIVA CON L’IMPRESA che, certamente, non vorrà rinunciare all’opera. L’importo dei lavori si ridurrebbe a meno della metà: otto milioni compresi i cinque della Regione! Mi sembra un affarePersonalmente, non parteggio per nessuno dei contendenti. Ragiono da tecnico e a favore della mia città
Uno sbancamento non è un tsunami come dice qualcuno ma è solo un intervento che può agevolare e migliorare l’urbanistica e la viabilità cittadina che, allo stato attuale, si presenta con uno sviluppo bloccato da almeno cinquant’anni!Nel passato, si sono costruite solo case in centroo nell’immediata periferia sottraendo quel poco di verde che aveva la città. Sono stati costruiti interi quartieri scollegati dal centro, senza mezzi pubblici e sevizi di prima necessità, senza negozi, senza uffici pubblici e privati. Il terziario amministrativo è stato dimenticato e malamente programmato in città. La speculazione edilizia ha fatto da padrina”…oh, pardon, volevo dire “da padrona”. Si è creduto di istituire le news townstermolesi, cioè dei “quartieri dormitorio che non hanno  fatto altro che aumentare il traffico creando quel carosello di macchine che, nelle ore di punta e ancora più nei tre mesi estivi (metà giugno, luglio, agosto e metà settembre)non produce beneficio ma solo multe! E stiamo ancora a…pettinare le bambole! 

Il paese è attanagliato da tanti, altri problemi e questo del tunnel ha bloccato tutte le altre iniziativeFacciamolo o non facciamolo! Però BASTA, ANDIAMO OLTRE, ché le cose da fare sono tante! Nell’elenco c’è:
– il problema del depuratore che rende il mare, in certi momenti dell’anno, proprio una cloaca a cielo aperto;
– la doppia linea ferroviaria, della quale si è parlato molto in quest’ultimo periodo,anche a livello nazionale e che dovrà essere risolto al più presto; 
– quello dell’ex Cinema Adriatico, il cosiddetto Pidocchietto che aspetta da oltre trent’anni di cambiare aspetto per dare a Corso Nazionale un aspetto decente.

Si parla spesso d’impatto ambientale. L’intervento del tunnel non c’entra niente, è solo una bufalaperché lo…tsunami (sic!) si sviluppain trincea, cioè sotto terra. Non è un ponte! Certo che il paese, per un po’ di tempo, verrà messo a dura prova per i lavori che verranno eseguiti. Ma quale intervento operato in un tessuto urbannon reca fastidio? Se a tutto ciò corrisponde un beneficio si deve pur fare qualche sacrificio. Detto in termolese… “cchje pe’ parè bella s’è fatte scurciâ “ (La vecchia per sembrare bella s’è fatta scorticare). Insomma, bisogna crederci!

Personalmente, su ciò che scrivo ci ho sempre messo la faccia. Mi sono fatto tanti nemici e, certi gruppi politici hanno usato lo “snobbing”, cioè, hanno voluto ignorare le cose che scrivo. Ma sapendo che sono nel giusto, non desistoAborrisco gli anonimi e quelli che parlano senza sapere o che non sono informati sugli argomenti. Sono però sempre disposto al dialogo e a difendere il diritto di far parlare chi non  la pensa come me. Questa è la Democrazia: Il volere del popolo innanzi tutto!
Ubi maior minor cessatè il principio legislativo al quale bisogna sempre attenersi.

Saverio Metere

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Saverio Metere
Saverio Metere è nato a Termoli il 23 settembre del 1942. Vive e lavora a Milano dove esercita la professione di architetto libero professionista. Sposato con Lalla Porta. Ha tre figli: Giuseppe, Alessandro, Lisa. Esperienze letterarie. Oltre ad interventi su libri e quotidiani, ha effettuato le seguenti pubblicazioni: Anno 1982: Lundane da mazze du Castille, Prima raccolta di poesie in vernacolo termolese; anno 1988: I cinque cantori della nostra terra, Poeti in vernacolo termolese; anno 1989: LUNDANANZE, Seconda raccolta di poesie in vernacolo termolese; anno 1993 da Letteratura dialettale molisana (antologia e saggi estetici–volume primo); anno 1995: da Letteratura dialettale molisana (antologia e saggi estetici–volume secondo); anno 2000: I poeti in vernacolo termolese; anno 2003 (volume unico): Matizje, Terza raccolta di poesie in vernacolo termolese e Specciamece ca stá arrevanne Sgarbe, Sceneggiatura di un atto unico in vernacolo termolese e in lingua; anno 2008: Matizje in the world, Traduzione della poesia “Matizje” nei dialetti regionali italiani e in 20 lingue estere, latino e greco.

4 Commenti

  1. qualcuno
    E’ vero che qualcuno ha paragonato lo sbancamento ad un tsunami ma penso che quel qualcuno non è uno sprovveduto ed ha i titoli, tanti titoli documentati, per intervenire, disinteressatamente e con indiscusse competenze, su questo argomento.
    Non mi aspetto repliche nè in italiano nè in dialetto.

  2. qualcuno
    Grazie! Non rispondo mai ad Anonimi. A loro dedico questa poesia che per tua sfortuna è in vernacolo. L’ANONEME

    Ca’ còcce cóm’i struzze ‘ssótt’a rène
    pònne dice béne o mále a tutte quande.
    So’ prónte a cretecá…sonn’importande
    a me, in veritá, me fanne péne!

    ‘A còcce ha tènne, sci…ma ‘hé vacande
    fanne de tutte pe’ stá ‘ssòp’a scéne
    giudizje a bòtta-calle, sènza fréne
    hanna rómpe i…cóse a tutte quande.

    Sono “gli anonimi” dei “siti” a cacce!
    Sanne scrive in italiáne a malapéne
    So’ lecca-cule ca ne tènne facce.

    Ce firmáne Vasselucce o Robespièrre.
    E tènne l’ómértá pe’ réligióne:
    mafjuse e ruffjáne…sènza nóme!

  3. titoli
    Il macellaio quando pago per la spesa effettuata mi saluta con un “grazie dottore”.
    Il fruttivendolo quando pago per la spesa effettuata mi saluta con un “grazie direttore”.
    Questi son i miei titoli guadagnati sul campo: