E’ovvio che il sostegno regionale è limitato ad uno specifico settore e che esso non rappresenta certo una legge di complessivo inquadramento e supporto alle attività comunicazionali regionali. E’bene precisare, a tale proposito, che il sottoscritto, unitamente a tutti i commissari della IV commissione di maggioranza come di opposizione ha presentato una legge di riordino generale del settore e mi auguro che la stessa a breve sarà discussa e approvata in consiglio regionale. Un intervento necessario per il quale continuerò a profondere ogni impegno e che potrà anche tener debitamente conto anche delle nuove realtà informative, specie quelle tecnologiche basate su internet. Ma è altrettanto vero che la legge 76 non fa altro che sanare un gap con quanto da decenni esiste a livello nazionale, con strumenti di aiuto al comparto della carta stampata i cui finanziamenti ammontano a non meno di 500 milioni di euro l’anno, contro i 300 mila euro stanziati dalla legge molisana.
L’autonomia regionale a mio avviso ha un senso se cerca di garantire alla comunità locale quello che strumenti nazionali rischiano di non garantire. Se si ritiene, come credo sia largamente condiviso, che gli editori della carta stampata molisani offrono, con il loro lavoro, anche un servizio di utilità pubblica, in una regione in cui i costi di produzione e di distribuzione, per la sua natura e la sua conformazione geografica, sono proporzionalmente superiori a quelli di altri territori non vedo nulla di scandaloso se l’istituzione pubblica cerca di supportare questo sforzo. Mi è poi dispiaciuto leggere che la legge sarebbe stata pensata come una legge ad personam..
Gli aiuti arriveranno a sei o sette testate, o forse più o forse meno, solo perché al momento questa è la realtà delle aziende editoriali molisane. Andranno a loro non per un calcolo predeterminato ma perché queste sono le realtà oggi attive nel Molise, realtà che non usufruiscono di contributi nazionali. Non era d’altronde pensabile né corretto, ipotizzare un regime di cumulabilità o di sovrapposizione di aiuti, vista anche la natura di supplenza verso realtà più piccole, non coperte dalla legge nazionale che lo strumento approvato dal Consiglio Regionale intrinsecamente ha.
Inoltre nuove iniziative editoriali nel settore potranno, a prescindere da qualsiasi coloritura politica ben rendersi eligibili a ricevere le provvidenze previste dalla legge, provvidenze che lo si ricordi sono solo parziali rimborsi di costi certificati, una volta ottenuto un minimo di continuità temporale nell’iniziativa. Credo poi che la previsione di una legge di sostegno, con criteri imparziali e validi per tutti, possa anche aiutare gli editori, attuali e futuri, a renderli meno influenzabili dal mutevole e cangiante mondo della politica e rendere maggiormente programmabile e stabile il loro futuro.
Ritengo in conclusione che sicuramente si poteva e si possa fare di meglio ma che un segnale importante di attenzione delle istituzioni verso chi opera in proprio per dare un servizio per la collettività vada comunque apprezzato, e non colpito da critiche ingenerose e, francamente, ingiuste.
Il Presidente Salvatore Muccilli