ISERNIA _ “Il blocco del sistema informatico al Veneziale di Isernia e la rottura delle porte d’ingresso al pronto soccorso sono solo gli ultimi problemi, in ordine di tempo, verificatisi presso la struttura ospedaliera del capoluogo pentro e palesano il drammatico risultato di dieci anni di Governo Iorio. Un tempo in cui il debito sanitario della Regione è cresciuto a dismisura, senza che sia stato determinato alcun miglioramento nell’erogazione dei servizi all’utenza”. Questo il caustico commento del segretario del Pd, Danilo Leva, all’indomani della denuncia di nuovi disagi al nosocomio di Isernia. Problematiche che – secondo una sua analisi – vanno a sommarsi ad altre carenze “ben note e mai risolte”.
Leva fa riferimento al malfunzionamento dell’impianto di aerazione dei locali, alla mancata riparazione degli ascensori, all’ancora attesa predisposizione delle uscite di emergenza, alla carenza di posti letto, all’insufficienza di personale. Motivi per i quali parte dei medici e degli infermieri del presidio ospedaliero è scesa ripetutamente in strada a protestare. Ragioni per cui diverse missive sono state inoltrate all’attenzione dell’Asrem. Ma alle stesse non è seguito alcun reale cambiamento. Ed ecco che l’esponente tuona nei confronti del governo regionale.
“Queste sono le conseguenze di dieci anni di potere del centrodestra – afferma Leva – A cosa è servito l’aumento della pressione fiscale se le strutture sanitarie della Regione, e in questo caso della provincia pentra, sono sempre più fatiscenti? Il personale è carente e il caos all’ordine del giorno. Iorio non può mostrare interesse per le esigenze dei cittadini, dunque per la salute pubblica, solo ogni cinque anni, ossia in occasione della campagna elettorale, per poi ignorare le problematiche quotidiane della gente. L’efficienza del servizio sanitario è imprescindibile – conclude il segretario regionale del Partito Democratico – E la politica non può essere immune da responsabilità. Per migliorare la qualità di vita dei cittadini servono i fatti. Non più parole e promesse, che per dieci lunghi anni hanno prodotto esclusivamente disastri nella gestione della cosa pubblica”.
