Luigi Velardi
CAMPOBASSO _ A proposito del trasferimento a Bari delle funzioni di DCO ( Dirigente Centrale Operativo) si è alzato un polverone, da parte dei soliti speculatori di professione, che hanno lamentato la presunta mancanza di intervento da parte dei responsabili politici della Regione. Questo è assolutamente falso, perché l’Assessore Velardi ha innalzato, proprio con Moretti e il Ministro Matteoli, un forte grido di protesta in difesa del Molise, fino ad oggi trascurato dalle Ferrovie. Velardi ha colto l’occasione della giornata nazionale del 7 settembre scorso per far sentire le ragioni nella nostra regione, ottenendo l’attenzione della stampa e di RAI Uno che nella trasmissione UNO MATTINA con Moretti ha scelto proprio l’intervista all’Assessore ai Trasporti molisano, il suo intervento è stato il più sentito e vibrante, per rappresentare le lamentele e il disagio nei confronti delle Ferrovie.
Né si possono dimenticare tutte le proteste, anche violente, innalzate fino ad oggi, e il fatto che il Molise ha guidato la cordata delle Regioni che non hanno firmato il nuovo contratto di servizio con Trenitalia, fino a quando non saranno date tutte le assicurazioni richieste. Velardi ha inoltre chiesto il personale intervento del Presidente Iorio, il quale ha inoltrato diverse note di protesta all’ing. Michele Elia, amministratore delegato di RFI., e che seguono altre richieste rivolte al Ministro Matteoli.

Occorre precisare che il personale addetto a questo servizio non sarà licenziato ( perché già pensionato con incentivi ), ma che a Bari verranno trasferite le funzioni, in ragione di una scelta interna aziendale di RFI ( sulla quale peraltro la Regione ha interferito chiedendo di non attuarla) che ha un progetto di centralizzazione del servizio che riguarda tutta l’Italia (verranno creati solo nove Centri di controllo), e che risponde ad una esigenza di controllo del traffico sulla rete affidato ad un sistema operativo centrale. La logica è quella di sempre e cioè di cogliere le occasioni utili alla strumentalizzazione politica, innescando processi sommari ed accuse, ricorrendo anche ad offese personali, col solo fine di creare polveroni che non sono di alcuna utilità alla gente, interessata solo a viaggiare meglio e in assoluta sicurezza, piuttosto che ad assistere a questa bagarre corporativa. Strumentalizzare l’opinione pubblica solo per far vedere che si fa qualcosa o per mettersi in vetrina o per impegnare il tempo quando non si ha null’altro da fare serve a poco e soprattutto non serve agli utenti delle ferrovie, che vogliono ben altro.

Questi atteggiamenti strumentali e corporativi ,in altre occasioni , hanno fatto fallire vari progetti di riorganizzazione del servizio , necessaria per evitare gli sperperi che si lamentano e la utilizzazione delle risorse finanziarie recuperate per potenziare il servizio ferroviario dove più serve e non su linee ( i c.d rami secchi) a traffico inesistente, perché in questo caso è meglio e meno costoso integrarlo col trasporto su gomma. La gente dovrebbe ricordare il polverone alzato per la chiusura notturna del collegamento Termoli – Campobasso e forse porsi la domanda se quel servizio, con utenza quasi inesistente, non sarebbe meglio affidarlo alla gomma e con i risparmi potenziare magari il collegamento con Roma. Ma sarà mai possibile muovere anche una sola foglia quando la demagogia e le corporazioni bloccano tutto e si preferiscono mantenere in vita realtà che appartengono al mondo delle ferrovie di due secoli fa ?

A proposito di sperperi, chi ha parlato di questo ignora che il servizio sostitutivo non è pagato dalla Regione, ma appartiene ad un pacchetto di chilometri bus offerto gratuitamente da Trenitalia. Allora prima di farsi belli nei confronti della pubblica opinione è meglio informarsi, a meno che la protesta non appartenga semplicemente ad una professione svolta o al desiderio di ritagliarsi un ruolo non avendo null’altro da fare oppure per accendere su se stessi i riflettori della stampa. Ma questo non è prendere in giro la gente, che viene istigata ed aizzata su presunti sperperi di denaro pubblico che, invece, non esistono e nascondere, ad arte , le proprie attività volte a frenare qualsiasi processo di modernizzazione che, invece, costa milioni di euro senza produrre alcun beneficio alla gente che paga le tasse e usufruisce del servizio?

In questo gioco non si può barare, perché ferrovie più efficienti implicano una razionalizzazione che, a volte, richiede anche qualche sacrificio. Non è dalla difesa automatica e intransigente dell’esistente che l’utente potrà trarre vantaggi, perché chi viaggia è interessato a fare in modo che si creino le condizioni per avere un servizio migliore, che non sarà mai possibile se le logiche rispondono a modelli superati, quando, come nel secolo scorso, il traffico era governato dal capostazione col fischietto e la bandierina. ? I lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, che da qualche anno RFI esegue sulla rete ferroviaria molisana, rientrano in un piano di messa in sicurezza e di efficientamento infrastrutturale e tecnologico.

La cadenza annuale degli interventi è la conseguenza sia di programmazioni elaborate a livello nazionale in base alle risorse stanziate nelle varie leggi annuali finanziarie (per quelli di questo anno sono impegnati oltre 10 milioni di euro), sia della scelta di effettuarli in periodi caratterizzati da flussi di traffico meno intensi in modo da contenere al massimo i disagi causati ai pendolari che si spostano per studio e per lavoro. Per tornare al discorso del trasferimento di reparti e personale di RFI è necessario fare una breve cronistoria. In passato, in tutte le stazioni il Capostazione era addetto al controllo di tutte le manovre relative alla circolazione dei treni in ambito della stazione e delle sue pertinenze. Con l’avvento del sistema di controllo centralizzato dei treni (C.C.T.) negli anni ottanta e novanta, nelle stazioni a scarso traffico, è stata creata la figura del “Dirigente Centrale Operativo” cioè di un soggetto abilitato a gestire la circolazione dei treni non solo nella stazione nella quale veniva a risiedere ma lungo una tratta.

Il Capostazione è stato lasciato nelle stazioni dove vengono effettuate altre manovre come ad esempio quelle connesse con la circolazione dei treni merci o quelle di ingresso ed uscita dal deposito (in Molise nelle stazioni di Campobasso, Termoli Guglionesi, Isernia e Carpinone). In Molise inizialmente furono previsti due “Dirigenti Centrali Operativi:” uno operante a Campobasso (tratta Termoli – Campobasso – Boscoredole – Benevento) ed uno ad Isernia (tratta Boscoredole – Isernia – Venafro) sotto la giurisdizione di RFI – Direzione Compartimentale Movimento (DCM) inizialmente di Napoli, in seguito di Bari. Quest’ultima sta attuando una riorganizzazione per poter concentrare il controllo di tutte le linee di propria competenza in unico centro con un adeguato numero di “Dirigenti Centrali Operativi”.

La scelta aziendale, ad esempio, non fu contestata dai Sindacati quando fu stabilito di trasferite le attività di officina e le attività connesse all’utilizzazione del personale di macchina e di scorta a Benevento, mentre oggi si grida allo scandalo. Questa è la situazione reale, al di là di ogni polemica.

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