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CAMPOBASSO _ Sopprimere le festività del 25 Aprile, 1° Maggio e 2 Giugno, equivale a cancellare con un colpo di spugna il cardine costituzionale su cui si fonda la nostra Repubblica. Mettere in discussione l’art. 18 dello Statuto dei Diritto dei Lavoratori e le tutele contrattuali, accentua il deprecabile fenomeno della precarietà selvaggia e ruba un futuro di speranza ai tanti giovani che chiedono un lavoro vero, stabile e sicuro. Spostare le decorrenze per accedere alla pensione e colpire i redditi dei lavoratori e dei pensionati, è un atto di ingiustizia perché scarica sui soggetti più deboli l’onere di pagare la cambiale della crisi.

I patrimoni non vengono sfiorati e le grandi ricchezze restano escluse dalla manovra, l’evasione fiscale è solo menzionata dopo un ventennio di incentivi immorali alla disonestà, alla furbizia e all’elusione che hanno determinato il paradosso di finti poveri che dichiarano redditi annui di 10 mila euro e possiedono ville al mare, barche e auto lussuose. Costoro non pagano tasse e godono della possibilità di accedere alle case popolari o ai benefici per le tasse universitarie perché risultano fasce deboli. La cancellazione di 1.500 comuni e 37 province si muove lungo la linea dei tagli di spesa lineari che non distinguono all’interno dei provvedimenti da adottare ciò che è giusto e ciò che è inutile, propagandistico e iniquo. La semplificazione istituzionale dello Stato và perseguita all’interno di un ragionamento serio che ridisegni la mappa dei comuni e delle regioni in un nuovo disegno costituzionale finalizzato all’efficienza del sistema.

Colpire solo i più piccoli con un mero criterio ragionieristico è il modo più sbrigativo per dimostrare alla Banca Centrale Europea che alcuni atti vengono avviati, ma non si riflette sulle conseguenze e sui risparmi effettivi di tali provvedimenti. Se passa questa manovra nei contenuti esistenti si pone oggettivamente il quesito circa la sussistenza istituzionale o meno dell’intera Regione Molise. Non si può calare la scure in prossimità del Ferragosto su intere comunità, mettendo in liquidazione storie, culture ed identità, senza promuovere in modo condiviso una riflessione organica sull’assetto generale dello Stato. Il Governo Berlusconi ha confermato la propria acredine verso le aree marginali, i ceti sociali meno abbienti e nei confronti dei lavoratori e dei pensionati. E’ nostro dovere reagire per chiedere misure correttive che restituiscano dignità al Molise, alle aree deboli e alle fasce popolari prese di mira dalla manovra di Tremonti.

Michele Petraroia

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