GrilloMotorno
Beppe Grillo in piazza Duomo a Termoli
TERMOLI – Tommaso Aniello d’Amalfi (detto Masaniello) nasce  a Napoli il 20 Giugno 1620  in  Vico Storto al Mercato, da Francesco d’Amalfi e Antonia Garganibasso.  Basso di statura, bruno di carnagione, capelli castani con un piccolo codino dietro la testa e, appena visibili, un paio di baffetti. Vestiva sempre con abiti da umile pescivendolo: camicia e calzoni di tela con un cappello rosso alla marinara. Nel 1641 sposò la bellissima Bernardina Pisa.
Tutta l’area intorno al Mercato era un brulicare di bancarelle con esposti ogni tipo di mercanzia. Quello che più risaltava erano gli affollamenti vicino alle baracche in cui venivano pagate le gabelle, riscosse con avara arroganza dai gabellieri al servizio del Vicere’. Per ridurre questa tassa si batte’ fino alla morte. Figura nobile questo personaggio che si nomina da solo capo popolo e sposa la causa dei poveracci come lui. Muore povero come era vissuto.

Quale enorme differenza dai nostri nuovi eroi e capi  popolo politici che si sentono investiti di potere ed arroganza promuovendo una serie di iniziative per sovvertire  i nostri moderni Viceré, sindaci, politici di opposte fazioni, semplici avversari che non la pensano allo stesso modo! E si possono chiamare Grillo, Di Battista, Di Maio o semplicemente, prendono il nome di Michele da Capua, Antoniuccio ‘u Barése, Gennaro ‘u Palatèse, a secondo della Regione d’appartenenza.
 
Questa è  stata, da sempre,  la caratteristica dei piccoli partiti nati tra la fine del ’60 e gli inizi degli anni ’70, alla sinistra del PCI, dal PSIUP, al PDUP, da Lotta Continua a Potere Operaio. Avevano dei Masaniello molto più preparati e politicizzati che andavano da Toni Negri a Oreste Scalzone allo stesso Mario Capanna. Nascevano e morivano nel giro di pochi anni. Anche se avevano in seno questi grossi nomi, personaggi che poi continueranno, per breve tempo, a fare politica nei partiti istituzionali. Oggi è la volta dei PENTASTELLATI che al posto di un capopopolo povero e sfortunato hanno un capocomico ricco e arrogante.

TERMOLI DECIDE, 5 STELLE TERMOLI, TERMOLI…CHE FARNE (questo sarà il nuovo Movimento politico con a capo un nuovo Masaniello), sono e saranno tutti partitini che lasciano il tempo che trovano. É  questo il modo di fare politica? Contestando tutto e tutti per il solo gusto di opporsi al potere? Rifiutando il progresso solo per il gusto di farlo?. Significa spararsi nei gabbasisi, come direbbe Camilleri e fare la fine di TANTI PAESI CHE NON HANNO E NON POTRANNO MAI AVERE LE POSSIBILITÀ CHE HA IL “NOSTRO”.
E allora? Rinfoderiamo… “quelli di prima”  e cominciamo a pensare che se abbiamo avuto la benevolenza geografica di aver il mare e la collina, il porto e la ferrovia,  la spiaggia Nord e la spiaggia Sud, non buttiamo tutto in pasto ad avventurieri! Cerchiamo di costruire una città che sia di terra e di mare, di turismo e di commercio dove i nostri figli e i figli dei nostri figli possano dire in futuro:  “Non si è perso tempo quando a Termoli regnava Re bomba!”.  Un “sovrano” che voleva un paese sempre all’avanguardia, intelligente  e competitivo rispetto a tutti gli altri della Regione. Nessuno dirà più che il Molise è a Sud dell’Abruzzo o a Nord della Puglia  ma che la scissione del 1963 dai cugini abruzzesi ha partorito personaggi che hanno i “cosiddetti”  al posto giusto e una testa pensante.

Bisogna perseguire una politica diversa: quella del “Fare” del “Cambiare” del  “Progredire”.  Lasciando al suo posto  ciò che di “sacro” la nostra storia ci ha regalato, bisogna guardare avanti per creare una città più “moderna”, più “vivibile” con tutte le possibili ed attuabili modernità realizzabili per UN PAESE CHE VUOLE, FINALMENTE, SCRIVERE LA PROPPRIA STORIA CHE E’ ANCORA TUTTA DA SCRIVERE! E NOI NE SIAMO GLI ATTORI!

Solo così potremo sapere se i vari Masaniello moderni hanno ragione e SCOPRIRE SE  IL MOLISE ESISTE NELLA SUA NATURALE ACCEZIONE GEOGRAFICA E STORICA: UN PAESE dove la collina, la montagna e il mare si fondono insieme e si completano in una localizzazione assegnatagli DA MADRE NATURA:  AL CENTRO D’ITALIA E… CON VISTA  MARE!

Saverio Metere

Articolo precedenteFilippo Cantore Comandante Stazione Carabinieri Termoli
Articolo successivoCittadinanzattiva: focus su servizi sanitari “dentro le mura domestiche”
Saverio Metere
Saverio Metere è nato a Termoli il 23 settembre del 1942. Vive e lavora a Milano dove esercita la professione di architetto libero professionista. Sposato con Lalla Porta. Ha tre figli: Giuseppe, Alessandro, Lisa. Esperienze letterarie. Oltre ad interventi su libri e quotidiani, ha effettuato le seguenti pubblicazioni: Anno 1982: Lundane da mazze du Castille, Prima raccolta di poesie in vernacolo termolese; anno 1988: I cinque cantori della nostra terra, Poeti in vernacolo termolese; anno 1989: LUNDANANZE, Seconda raccolta di poesie in vernacolo termolese; anno 1993 da Letteratura dialettale molisana (antologia e saggi estetici–volume primo); anno 1995: da Letteratura dialettale molisana (antologia e saggi estetici–volume secondo); anno 2000: I poeti in vernacolo termolese; anno 2003 (volume unico): Matizje, Terza raccolta di poesie in vernacolo termolese e Specciamece ca stá arrevanne Sgarbe, Sceneggiatura di un atto unico in vernacolo termolese e in lingua; anno 2008: Matizje in the world, Traduzione della poesia “Matizje” nei dialetti regionali italiani e in 20 lingue estere, latino e greco.