CAMPOBASSO _ Nelle prossime settimane, salvo problemi che dovessero sorgere all’interno della maggioranza Pdl – Lega che governa l’Italia, arriverà a conclusione il complesso iter di approvazione del federalismo fiscale. “E’ opportuno mantenere alto il livello di attenzione in questa fase cruciale – dice Paglione – per evitare che l’approvazione del federalismo municipale e la relativa individuazione dei fabbisogni standard possa realizzarsi senza tenere nella giusta considerazione la specificità dei territori montani.

Per queste ragioni, va assolutamente evitata l’idea di una finanza comunale federalista che trovi il proprio fondamento esclusivo sui cespiti immobiliari – prosegue l’esponente del Partito Democratico – proprio perché in montagna essi sono normalmente più bassi rispetto alle città. Sarebbe auspicabile, invece – secondo l’ex assessore regionale – l’idea, per le zone montane, di una finanza comunale che attinga a più fonti di entrata per mantenere, in ogni caso, un maggiore equilibrio nel gettito. Oltre a ciò, è necessario che venga istituito, contestualmente, un fondo perequativo che serva a garantire la copertura dei maggiori costi necessari ad assicurare la piena esigibilità dei diritti fondamentali (salute, istruzione, mobilità) anche ai cittadini che vivono nei territori montani”.

E a questo punto Paglione torna su un tema a lui caro: “la previsione di meccanismi di compartecipazione dei comuni montani al valore aggiunto che può derivare dall’utilizzo generalizzato delle risorse naturali specifiche della montagna, come l’acqua“.

“In questo modo – continua il dirigente del PD – si potrà parlare non solo di federalismo fiscale, ma anche di federalismo ambientale e si può immaginare, concretamente, di alimentare il fondo perequativo per il riequilibrio delle finanze comunali sia con la compartecipazione al gettito Irpef, che con il ritorno di una quota parte dell’Iva”. “Su queste questioni si gioca la vera partita del federalismo solidale e se non ci sarà una forte e convinta presa di coscienza collettiva da parte della classe politica – conclude Paglione – si rischia di commettere una clamorosa ingiustizia, con il risultato di ritrovarci a festeggiare il 150° dell’Unità d’Italia, con un Paese, paradossalmente, meno unito e più ingiusto”.

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