CAMPOBASSO _ Il Presidente emerito Oscar Luigi Scalfaro è andato via con discrezione dopo aver lottato strenuamente per tutta la vita in difesa della Costituzione, contro il degrado morale della politica e per restituire con l’esempio del comportamento e della parola, speranza e fiducia all’agire comune e per l’interesse generale. Figura sobria e fuori dagli schemi venne eletto Capo dello Stato nel delicato passaggio tra la Prima e la Seconda Repubblica, dopo Tangentopoli e le efferate stragi mafiose di Capaci e Via D’Amelio. I cittadini erano furibondi, la vecchia classe politica crollava sotto la spinta di Mani Pulite, dei cappi parlamentari della Lega Nord e della rottura degli equilibri tra lo Stato e la Mafia che portò all’assassinio di Lima, degli esattori Salvo e alle stragi commissionate da Riina e Provenzano contro gli Uffizi di Firenze, a Roma e verso il patrimonio culturale italiano.

Nel luglio 1993, come descrive l’allora Presidente del Consiglio Carlo Azelio Ciampi, si udirono rumori di sciabole con rischi per la nostra democrazia e l’Italia si salvò dalla bancarotta grazie al coraggio di Bruno Trentin che trascinò la CGIL nel 1992-93 a prendersi i bulloni in piazza insieme a CISL e UIL per aver sostenuto le pesantissime manovre economiche dei Governi Amato e Ciampi. L’allora Capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro seppe tutelare al meglio il nostro Paese guidandolo con saggezza fuori dalla peggiore crisi istituzionale della storia repubblicana. E negli anni successivi al proprio mandato continuò ad impegnarsi attivamente in difesa della Costituzione presiedendo il Comitato Referendario che si mobilitò contro le modifiche unilaterali introdotte dal centrodestra alla nostra Carta Fondativa. Ho avuto l’onore e la gratificazione di incontrare più volte il Presidente Scalfaro presso la sede Nazionale della CGIL e in occasioni di congressi, eventi pubblici e manifestazioni in difesa della libertà, antifasciste, per la democrazia e contro la mafia.

Il suo insegnamento sobrio, la lucida passione che lo ha visto lottare sino al termine dei suoi giorni per gli ideali Europei, di giustizia sociale, per la libera informazione e al fianco del lavoro, sarà per tutti noi un prezioso aiuto in questo preoccupante periodo storico molto simile al 1993-92 in cui l’Italia è alla bancarotta, riemergono i pericoli per la nostra democrazia e la politica segna il punto più basso della propria credibilità. L’esempio del Presidente Scalfaro non ci farà confondere il populismo accattone dai possibili sbocchi autoritari con l’insostituibile valore della libertà incardinato sulla Carta Costituzionale e non ci farà arretrare dal nostro costante impegno per la buona politica, contro i trasformismi, le clientele e le corruttele morali dei partiti in crisi di rappresentanza, di valori e di ideali.

Michele Petraroia

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