CAMPOBASSO _ In riferimento alle preoccupazioni istituzionali che hanno spinto il Ministro del Lavoro, Dott.ssa Elsa FORNERO, a sollecitare un urgente confronto con l’Amministratore Delegato del Gruppo FIAT – CHRYSLER Dott. Sergio MARCHIONNE, per accertare le ricadute sugli stabilimenti produttivi italiani delle scelte industriali che sono sempre più orientate verso i siti della CHRYSLER negli Stati Uniti e in Canada, chiedo una formale presa di posizione della Regione Molise nei confronti del Governo per esplicitare le aspettative del nostro territorio in ordine al futuro dell’azienda Fiat-Powertrain di Termoli e alle prospettive connesse alla Sata Sud, alla Proma sas e alle altre imprese dell’indotto dell’auto.

Rammento che aggiungendo anche i lavoratori molisani occupati nello stabilimento SEVEL di Val Di Sangro parliamo di circa 5 mila unità e quindi di un settore strategico per la nostra economia che merita attenzione da parte dell’Amministrazione Regionale, del Ministero del lavoro e della stessa FIAT che nel corso degli anni ha beneficiato di forti incentivi pubblici e del sacrificio delle maestranze molisane che attuano i 18 turni oggetto delle discordie sindacali del 2011 fin dal 1994. E’ un dovere di tutti informare il Governo Nazionale e inserirsi nel confronto sulla realizzazione del Piano Industriale FIAT denominato FABBRICA ITALIA per dare elementi di certezza al 5% del totale della forza lavoro occupata complessivamente in Molise.

Non abbiamo la pretesa di condizionare le scelte di internazionalizzazione del principale gruppo industriale italiano ma se la FIAT opterà per un progressivo trasferimento a DETROIT e sposterà le produzioni future verso gli stabilimenti nordamericani, vogliamo sapere che fine fanno i siti nazionali e con loro il personale che ci lavora. E a fronte di un auspicabile conferma degli impegni assunti nel programma FABBRICA ITALIA è bene acquisire chiarimenti sull’evoluzione dello stabilimento di Termoli e sulle ricadute dei nuovi investimenti FIAT nel Centro-Sud sulle nostre aziende dell’indotto dell’auto. Michele PETRAROIA

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