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CAMPOBASSO _ E’ inutile confrontarsi sulla sanità in assenza di alcuni dati essenziali. Bisogna predisporre una scheda sintetica con l’ammontare del debito pregresso e delle modalità con cui si azzera, in quanto tempo, con quali fondi e a carico di chi. In aggiunta serve acquisire il deficit tendenziale del 2010 e cioè lo scarto tra le risorse assegnate e l’entità reale della spesa. Per ciò che attiene le misure adottate o in via di istruttoria, le stesse vanno accompagnate dall’entità dei costi complessivi e dei presumibili risparmi. In pratica è necessario comprendere con 550 milioni di assegnazioni dal fondo sanitario nazionale a cui possono sommarsi circa 50 milioni di imposte locali destinate alla sanità, cosa si può assicurare al Molise in termini di servizio sanitario integrato tra presidi ospedalieri, laboratori, spesa farmaceutica, centri di eccellenza e strutture private accreditate.

Per aprire un confronto serio occorre sapere se la riorganizzazione complessiva risponde ai bisogni dei cittadini molisani e se il costo totale supera o meno la disponibilità dei fondi disponibili. In assenza di questo dato essenziale è inutile dibattere in termini astratti. Quando costano tutte le strutture private e per quali prestazioni vengono rimborsate ? In che percentuale trattasi di interventi di eccellenza e di alta specializzazione ? La riconversione degli ospedali pubblici e il taglio di centinaia di posti letto quanto ha fatto calare o farà calare la spesa ? Quant’è l’incidenza delle consulenze, dei costi amministrativi, della dirigenza territoriale e ospedaliera, dei reparti doppione, della Facoltà di Medicina e dei macchinari diagnostici quasi sempre guasti che obbligano i pazienti a recarsi in laboratori o strutture private ? Quant’è la mobilità passiva nella riabilitazione post-operatoria e perché partono le ambulanze dagli ospedali regionali verso centri privati extra-regionali ? Quanto costa la mancata integrazione dipartimentale tra strutture pubbliche e private ?

Perché la medicina territoriale non è mai decollata e ogni istanza si scarica direttamente sui ricoveri ospedalieri ? Quanto costano e a che servono i poliambulatori e perché i medici di base non vengono messi in condizioni di cooperare per il contenimento della spesa ? L’informatizzazione non dovrebbe consentire un controllo sistemico delle varie voci di spesa, delle patologie che motivano i ricoveri, dei tempi di permanenza in ospedale, della qualità degli interventi in ciascun centro pubblico o privato che sia ? Come mai non ci sono schede riepilogative sui DRG pagati nel corso di questi anni, sulla mobilità passiva e in generale sulla qualità e sulla quantità dei controlli effettuati ? Il Commissario ad Acta non ci ha fornito alcun elemento informativo certo di nessun genere e ha ripetuto lo stesso intervento di quattro anni fa con la differenza che i debiti sono raddoppiati, le imposte si sono quintuplicate e i servizi sono scaduti.

Michele Petraroia

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