
TERMOLI _ C’e’ un clima di tensione e di nervosismo che attraversa il mondo politico nazionale. Una tensione che viene alimentata dalle vicende personali attribuite al premier ed amplificata mediaticamente dalle “rivelazioni” di soggetti che, a ben vedere, sono del tutto estranei alla politica militante, ma certamente funzionali ad un disegno piu’ ampio ed articolato. Piu’ che delle reazioni di una certa sinistra,alcune davvero inutilmente scomposte e rancorose, credo sia interessante segnalare quelle interne al fronte moderato: penso alle dichiarazioni dal tono rassicurante, ma dal contenuto forte e chiaro del Presidente della Camera, alla tempestiva e ferma presa di posizione dell’Osservatore Romano
(che esprime il punto di vista di gran parte dell’elettorato cattolico moderato), alla posizione apparentemente “terza” dell’on. Casini, infine alla stoccata che Giuliano Ferrara (osservatore certamente piu’ laico dei precedenti) ha ritenuto di esternare senza timori reverenziali nei confronti del Premier.
In questo quadro (il cui contenuto complessivo di verita’ o di menzogna verra’ sicuramente accertato) un primo elemento di novita’ e’ costituito dal fatto che, diversamente dal passato,anche in Italia i fatti che attengono alla vita privata di un uomo pubblico, cominciano ad avere una influenza diretta sugli assetti politici ed istituzionali, un po sul modello americano. Il secondo elemento e’ che nell’ultimo ventennio ogni qualvolta si avverte concreta la possibilita’ di cambiamento del sistema politico, si innescano meccanismi che di fatto paralizzano il processo di trasformazione e ripropongono prepotentemente una qualche “questione morale” come problema centrale della societa’ politica. E’ accaduto nei primi anni novanta con “tangentopoli”, accade oggi che bisogna chiudere definitivamente i conti con quella fase della nostra storia repubblicana; far nascere nuovi soggetti politici e consentire finalmente agli italiani di scegliere entro la cornice di un patto civile nel quale tutti si riconoscano.
Sta di fatto che nell’attuale situazione economica e finanziaria l’unica cosa di cui l’Italia non ha bisogno e’ una nuova deriva giustizialista. Eppero’ il dato riferito alla astensione nelle recenti consultazioni europee costituisce un segnale forte di disagio, di malessere diffuso e della generalizzata protesta contro la Politica, alimentando cosi’ ulteriormente le facili tentazioni giustizialiste nei confronti del sistema.
La soluzione appare quindi quasi obbligata: rafforzare il cammino costituente allargando il piu’ possibile la base del consenso. Dare impulso alle grandi riforme della Giustizia, della P.A., del federalismo solidale,della sicurezza, della formazione, adottando criteri di flessibilita’, di innovazione, di competitivita’ e di concorrenza come scelte prevalenti di politica pubblica.
Escludere da questo percorso, senza tentennamenti, chi mira a rallentare il processo riformatore con atteggiamenti populisti o chi ha timore di scontrarsi con le sacche conservatrici di destra, come di sinistra che interpretano la politica solo come mediazione di apparati.
E soprattutto recuperare il contatto con la gente che e’ fatto di programmi, di condivisione, di progettualita’, di qualita’, di etica.
(Avv.Oreste Campopiano)