TERMOLI – “Questo Dio, che non pensavo esistesse, ho scoperto che parla, che comunica, che dialoga, che si rivolge a me come se fossi un suo amico. Mi ha incuriosito, l’ho ascoltato finché ho capito che la sua parola più affascinante è proprio Gesù, una parola definitiva, che mi sconvolge, mi attira, talvolta mi fa paura perché è esigente, mi destabilizza, ma ho capito che mi ama alla grande, così come sono”. È un passaggio della “Lettera dall’esilio della Parola”, documento con cui si è chiusa oggi a Termoli la 63ª Settimana nazionale di aggiornamento pastorale del Cop (Centro di orientamento pastorale).

Quattro giorni di relazioni, dibattito e riflessione (a partire da lunedì 24) sul tema “La Parola di Dio nelle parole degli uomini”. “Abbiamo iniziato un triennio di riflessioni a 50 anni dal Concilio – ha sottolineato in conclusione mons. Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina e presidente del Cop – non per ripetere letture già fatte sulle Costituzioni, ma per studiare quanto le abbiamo concretizzate nella vita della Chiesa e dei cristiani oggi e come dobbiamo ancora lavorare pastoralmente per realizzarle e per apprezzare i doni grandi che Dio ci ha fatto”. Prima del termine dei lavori, ieri i partecipanti si sono recati a Larino per un pomeriggio culturale e per la celebrazione eucaristica, nella chiesa concattedrale, presieduta da mons. Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano, che nell’omelia ha ricordato lo “stile dolce e fermo di papa Francesco, che c’insegna uno stile di Chiesa e di Parola legata alla nostra vita”.

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