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TERMOLI _ I numeri si sa sono una entita’ astratta, fredda, inespressiva, incomprimibile. In politica invece essi parlano, si esprimono, comunicano, qualche volta addirittura urlano. Perche’ solo in politica la bonta’ e la efficienza di una determinata classe dirigente si misura sul risultato numerico che riesce a raccogliere. L’ubriacatura di cifre, nella immediatezza delle consultazioni elettorali, spesso riduce la lucidita’ di analisi per cui una rilettura piu’ tranquilla fa emergere profili prima non idonemente valutati. Prendiamo ad esempio il dato europeo della circoscrizione sud e ci accorgiamo che esso e’ il primo d’Italia in termini percentuali (42%) e di voti assegnati al Popolo della Liberta’ (PDL). Nell’ambito di questo significativo risultato il Presidente del Consiglio Berlusconi ottiene ben 709.229 preferenze ( un mare di consensi in assoluto ed addirittura un oceano se si considera che gli elettori ben sapevano che vi era incompatibilita’ alla carica di europarlamentare).

Fin qui tutto regolare, addirittura ovvio. Ma se proviamo ad approfondire l’analisi del voto regionale ci accorgiamo che il Molise ha prodotto numeri in controtendenza rispetto al dato delle altre realta’ del collegio.Mi riferisco non alla percentuale complessiva raccolta dal PDL (sostanzialmente in linea con la media) quanto alla espressione del voto di preferenza.

C’e’ un dato numerico difficilmente discutibile: in tutte le Regioni del sud Italia Berlusconi si attesta su percentuali mediamente superiori del 150 – 200% rispetto al secondo dei candidati piu’ votati. In Molise, sua terra di elezione, raccoglie invece un risultato personale modesto, ben inferiore a quanto invece raccoglie il piu’ votato, quell’Aldo Patriciello riconfermato europarlamentare con oltre 112.000 voti di preferenza personale.

Ed il dato diventa ancor piu’ significativo se si considera che nei confronti dell’eurodeputato molisano vi e’ stata una indubbia chiusura da parte del Partito (il PDL) impegnato, per carita’ legittimamente, su altre candidature. Ed allora, se in Abruzzo Berlusconi prende 92.417 voti e la seconda (la Pelino) 26.000; in Campania 273.814 contro gli 81.900 di Mastella; in Puglia 218.628 contro i 94.840 di Baldassarre; nella rossa Basilicata 27.300 voti contro i 4.900 della Mazzoni in Calabria 80.200 contro i 41.000 del socialista Mancini, nel Molise solo 18.800 voti al Presidente del Consiglio contro i 20.750 del solitario Patriciello. Questi i dati numerici. Bene.

S’io fossi Silvio ( e non lo sono) guarderei al Molise ed alla gestione del PDL locale con maggior attenzione, perche’ in gioco non c’e’ solo la gestione del partito ( il voto amministrativo e’ andato oltre ed e’ ancora piu’ eloquente in negativo per il PDL nei grossi Comuni dove si e’ votato), ma anche l’immagine del Presidente del Consiglio dei Ministri che ne esce evidentemente svilita.

S’io fossi Silvio farei come quel Cecco Angiolieri nel celebre sonetto: “s’io fossi foco arderei lo mondo … allorquando scrive …”s’’io fossi imperator, ben lo farei, a tutti tagliarei lo capo a tondo…” E di toscani come Cecco Angiolieri al vertice del PDL nazionale ce ne sono ben due (Bondi e Verdini).

Avv.Oreste Campopiano
Segr:reg.le N.PSI MOlise