CAMPOBASSO _ Il fatto che neppure l’amico (e parlamentare molisano) Berlusconi salvi Michele Iorio dalle sue responsabilità dà la misura del danno prodotto da un decennio di centrodestra a capo della nostra regione. Ad esser fallito ieri a Roma non è stato semplicemente l’incontro tra Iorio e i suoi “amici” ministri, ma l’intero sistema economico-culturale che Michele Iorio ha realizzato in Molise durante questi lunghi anni di governo assoluto: il cosiddetto “Modello Molise”, nient’altro che un sistema feudale condannato sin dall’inizio alla sconfitta, utile però a garantire in questi dieci anni la sopravvivenza ad un vasto gruppo di potere. Il secondo Piano di rientro, ben peggiore del primo e affossato definitivamente ieri dal Governo Berlusconi, non aveva neppure l’ambizione di far quadrare i conti, ma semplicemente l’intenzione di spostare nel tempo il problema, ingrandendolo inevitabilmente a dismisura. Lo sanno bene sia Iorio che i Ministri.

Michele Iorio gioca con cifre e sigle ed evita di spiegare ai molisani cosa significherebbe realmente distogliere i fondi FAS per coprire la voragine della sanità molisana, che lui per primo ha contribuito ad aumentare in oltre dieci anni di governo regionale miope e clientelare! La proverbiale cura peggiore della malattia stessa. Si scrive FAS, ma si legge futuro! Al danno provocato dall’aumento indistinto delle tasse regionali si aggiunge adesso anche la beffa del congelamento dei fondi destinati alle aree sottoutilizzate del mezzogiorno. I fondi FAS sono infatti le ultime risorse a disposizione del Molise per investire sul proprio sviluppo, per creare quelle infrastrutture di cui il centrodestra si riempie la bocca da dieci anni in occasione di ogni campagna elettorale (senza però aprire un solo cantiere), sono quei servizi necessari per la vita delle nostre imprese, le nuove opportunità per il commercio e per le attività produttive della nostra regione, sono gli ultimi fondi pubblici a disposizione per creare nuovi posti di lavoro, stabile nel tempo, per i nostri figli. Sono il nostro ultimo biglietto per uscire dalla crisi.

Quale classe dirigente degna di questo nome può assumere con tanta leggerezza simili decisioni, compromettendo seriamente la possibilità di futuro di questa regione, unicamente spinta dalle necessità elettoralistiche contingenti? Neppure oggi, ad un passo dal baratro, la maggioranza, l’Esecutivo e il Presidente Iorio riescono ad essere la vera classe dirigente, seria, responsabile e lungimirante di cui questa regione avrebbe urgente bisogno. Questa crisi di sistema, questo debito che sembra apparire senza più argini, si combatte prima di ogni altra cosa con il riconoscimento sincero degli errori commessi, quindi assumendo decisioni coraggiose ed (eventualmente) impopolari, ma comunque decisive, una volta per tutte, senza guardare agli interessi di bottega. Si comincia così, compiendo scelte forti, trasparenti e partecipate quanto più possibile, perché tutti i molisani possano comprenderle fino in fondo ed anche sostenerle, visto che saranno loro i primi a doverne pagare il prezzo più alto.

A Michele Iorio e alla sua idea antistorica di Molise va ascritta la responsabilità di aver irrimediabilmente pregiudicato il bene più prezioso che, dieci anni fa, i molisani gli concessero di disporre: la serena certezza nel futuro. Cos’altro deve ancora accadere a questa terra perché i cittadini comincino ad aprire gli occhi?

Pardo Antonio D’Alete

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