TunnelAssemblea
L’Assemblea Cittadina (Video e galleria fotografica)
TERMOLI – L’assemblea-dibattito, promossa dal Coordinamento No Tunnel e dai comitati referendari per discutere del famigerato tunnel e delle opere annesse, può dirsi pienamente riuscita. L’ampia sala del cinema S.Antonio, infatti, è gremita di cittadini e questa non era certo una scommessa facile da vincere, considerato che si tratta di un pomeriggio feriale e che la nostra cittadinanza non sempre è socialmente così “reattiva”.

Fortunatamente questa convinzione è stata smentita e la presenza c’è stata. È parso evidente che la tematica sta a cuore a molti termolesi, che hanno assistito e partecipato con vivo interesse al dibattito, dall’inizio alla fine. Va detto che anche i qualificati relatori, brillantemente moderati dal giornalista Antonio Celio, sono stati a loro volta bravi a polarizzare l’attenzione dell’uditorio ed hanno sviscerato in modo assolutamente chiaro e competente riflessioni e criticità dell’opera in questione.
L’intervento d’apertura è stato del giovane architetto Enrico D’Enrico che, con poche slide, ha rinfrescato la cronistoria del progetto ed ha rimarcato i numerosi benefit di cui godrà l’impresa realizzatrice dell’opera. 
Subito dopo, è stata la volta del Prof. Rossano Pazzagli, che si è soffermato maggiormente in tema di democrazia popolare. Interessante è stato il richiamo costituzionale alla partecipazione effettiva (e non solo di facciata!) dell’articolo 3. Il riferimento è chiaramente indirizzato al referendum cittadino negato, strumento di democrazia diretta per eccellenza, ed al dibattito pubblico “Termoli 2020” inscenato dall’amministrazione e spacciato per percorso partecipativo ma, in realtà, è solo un simulacro vuoto e farsesco, poiché non contempla in nessun modo il fatto che i cittadini possano decidere per l’alternativa zero, ovvero di non voler affatto realizzare l’opera.

Il successivo intervento dell’ing.Claudio Troisi, dell’università Federico II di Napoli, esperto di pianificazione della mobilità sostenibile, entra invece nel merito del progetto di riqualificazione e precisamente nelle criticità del traffico a seguito dell’implementazione di un’opera del genere. Definita, senza mezzi termini, del tutto inutile e anzi dannosa, poiché alla fine costruisce un percorso ad anello, che congestiona e non risponde ad alcuna logica di mobilità sostenibile. Per il Troisi sembrerebbe davvero che questa opera sia stata progettata in modo avulso dalla realtà ed ha condiviso in pieno le ragioni dell’opposizione ad un simile progetto.

Interviene, a seguire, la professoressa Gabriella Di Rocco di Italia Nostra, che ripercorre la storia e le peculiarità del nostro borgo antico e del nostro castello. Si sofferma particolarmente sul rischio archeologico e paesaggistico che un’opera del genere può comportare, che va a penetrare in profondità ed a ricoprire di cemento un’area centrale e storica della città. A suo giudizio, si perverrà ad una vera e propria devastazione ambientale

Conclude la carrellata degli interventi l’architetto Michele Porsia, esperto di pianificazione urbanistica, che ha anche collaborato insieme al Prof. Luigi Marino. Anche lui esprime netto disappunto per un progetto che tenderà ad aggravare anziché snellire il traffico cittadino, con il reale rischio di ricadute negative in ambito turistico ed economico per la città.
Alla fine degli interventi c’è spazio alle domande ed ai contributi del pubblico, che infatti non si fanno attendere. Ulteriore segnale questo dell’attenzione dei partecipanti all’evento. Elemento importante di questa assemblea è stato, in conclusione, il lancio di una grande manifestazione cittadina da parte del coordinamento e dei comitati, che dovrebbe tenersi da qui a tre settimane. L’invito a mobilitarsi ed a coinvolgere più cittadini possibili sembra sia stato recepito.

È del tutto evidente che il coordinamento e i comitati cittadini non hanno alcuna intenzione di darsi per vinti, contestualmente all’opposizione giudiziaria e istituzionale che portano avanti, intendono percorrere anche quella dell’opposizione sociale.
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