TERMOLI _ “E’ pazzesco e per noi inaccettabile che si metta a repentaglio il già precario equilibrio dell’ecosistema marino a ridosso delle nostre coste e delle Tremiti per capire se c’è petrolio sotto l’Adriatico!”. Così il Sen. Giuseppe Astore commenta il via libera alla perforazione dei fondali marini al largo delle Isole Tremiti. Contrariamente a quanto detto in passato, con il decreto 126 del 29 marzo 2011, arrivano le autorizzazioni ministeriali alla Petroceltic Elsa, multinazionale irlandese, che inizierà a trivellare a 26 chilometri dalle isole Tremiti e a una quarantina dal litorale di Termoli.

“E’ peraltro singolare – rileva il Parlamentare molisano – che il benestare giunga dal Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, che dovrebbe essere il supremo garante dell’integrità e della salvaguardia di un’area di particolare pregio dal punto di vista ambientale ed economico. Ed è ancora più singolare che ciò avvenga, in barba alla tanto sbandierata riforma federalista dello Stato, nonostante l’assoluta e ferma contrarietà di tutte le comunità interessate. Né è servito, come monito, il disastro ecologico della BP nel Golfo del Messico, avvenuto circa un anno fa. In seguito a tale disastro l’autorizzazione del Ministro Prestigiacomo aveva subito una battuta d’arresto, ma ora il governo si arrende alle pressioni delle compagnie straniere, ansiose di mettere le mani sul petrolio italiano, visto che pagano allo Stato royalties pari a circa il 4 per cento dei proventi mentre in altri Paesi si arriva al 30-50 per cento”.

“Subito dopo l’incidente petrolifero al largo delle coste della Louisiana – ricorda Astore – ho presentato ai Ministri dello sviluppo economico e dell’ambiente un’interpellanza urgente (a tutt’oggi rimasta inevasa nonostante le mie sollecitazioni), sottoscritta anche dai Senatori Ferrante, Della Seta e Burgaretta Aparo. Attraverso la mia iniziativa mettevo in guardia il Governo sui danni ambientali connessi a nuove trivellazioni dei fondali dell’Adriatico, un mare già fortemente compromesso in termini di inquinamento derivante dalle attività di perforazione ed estrazione del petrolio, da incidenti nel trasporto marittimo e dalle operazioni di carico e scarico, bunkeraggio, lavaggio delle cisterne delle petroliere, nonché sulle conseguenze, catastrofiche per l’intero bacino, di un incidente che si verificasse in prossimità delle coste dell’Adriatico. Chiedevo inoltre al Governo di analizzare e verificare attentamente i sistemi di sicurezza degli impianti estrattivi offshore attualmente in funzione”. “Mi sarei aspettato una presa di posizione forte da parte delle Regioni Abruzzo e Molise, ma sono convinto – conclude l’esponente di Partecipazione Democratica – che la mobilitazione dei cittadini pugliesi e molisani saprà fermare questo scellerato progetto!””

Articolo precedenteI Mediatori civili di Termoli si presentano alla cittadinanza. Aiuteranno a dirimere controversie civili
Articolo successivoL’Istituto comprensivo di Portocannone tra i primi ai Giochi Matematici alla Bocconi