TERMOLI _ All’inizio dello scorso settembre l’on. Antonio Di Pietro presentava al Ministro dell’Ambiente e al Ministro dello Sviluppo, un’interrogazione a risposta scritta in merito all’autorizzazione concessa alla multinazionale irlandese Petrolceltic per svolgere sondaggi di ricerca del petrolio, a 40 Km dal litorale adriatico,proprio di fronte alle isole Tremiti. L’interrogazione chiedeva di interrompere l’iter autorizzativo di tutte le istanze già presentate e di quelle future, relative a sondaggi e prospezioni geosismiche con l’eventualità di future installazioni di piattaforme petrolifere su tutto lo specchio di mare antistante le coste pugliesi e in tutta l’estensione del mare adriatico di competenza nazionale.

Ebbene, a distanza di quasi due mesi, il ministro Clini ha fornito una sua risposta che però – ha dichiarato il segretario regionale dell’Italia dei Valori, Pierpaolo Nagni– non può essere definita soddisfacente. “Leggiamo tra le righe l’intenzione, da parte di Clini, di tranquillizzare gli animi – spiega Nagni – ma anche quella di proseguire il percorso intrapreso. Il ministro parla di non effettuazione di attività sondaggistica in concomitanza del passaggio di mammiferi marini e di attività poco impattanti effettuate tramite navi appositamente attrezzate per una durata di pochi giorni. Non possiamo fare a meno di notare come il ministro abbia tenuto a specificare che nel polo di Ravenna, dove è stata sviluppata al massimo la ricerca petrolifera, le attività turistiche e la pesca si svolgono regolarmente.

Le sue affermazioni non tengono conto del fatto che le Isole Tremiti rappresentano un vero e proprio gioiello naturalistico del mare adriatico che, non a caso, è stato dichiarato area protetta. Proprio le caratteristiche naturali e paesaggistiche uniche ne hanno determinato l’alta vocazione turistica. Una vocazione – sottolinea il segretario IdV – sulla quale si basa tutta l’economia di quell’area e che non può essere paragonata a quella della zona di Ravenna, incentrata su ben altri parametri. La distrazione e la superficialità con cui Clini minimizza le conseguenze delle decisioni del governo in materia di ricerca di petrolio dinanzi alla nostra costa non ci fa star tranquilli.

L’autorizzazione alla ricerca del petrolio rappresenta, infatti, una precondizione alla possibilità di trivellare in quel territorio. Ma la scommessa delle Tremiti è un’altra e non può essere compromessa in nessun caso, neppure in presenza di idrocarburi. Restiamo, quindi, del parere che la decisione del governo sia pura follia. Ecco perché – conclude Nagni – auspichiamo che l’Italia dei Valori, insieme ad altre forze progressiste governino presto il Paese. Questo eviterebbe, di certo, azioni dannose per il nostro territorio garantendo la tutela della costa molisana e del nord della Puglia.

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