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Le ambulanze posteggiate davanti San Timoteo
Le ambulanze posteggiate davanti San Timoteo
TERMOLI – San Timoteo: è guerra tra associazioni sanitarie per accaparrarsi pazienti da trasferire a pagamento in strutture rialibitative e specialistiche. I degenti del nosocomio termolese sono, oramai, al centro di vere e proprie contese tra almeno tre onlus presenti davanti al presidio sanitario di Termoli 24 ore su 24 con ambulanze costantemente parcheggiate nel posteggio ospedaliero o, nelle vicinanze della Chiesa di San Francesco, situata di fronte al nosocomio.

A peggiorare la situazione, la presenza continua per non dire assillante di operatori delle associazioni nelle vicinanze del pronto soccorso alla ricerca di pazienti da poter “accompagnare” dietro tariffe chilometriche o orarie. Insomma il San Timoeo di Termoli è presidiato dagli operatori giorno e notte, senza tregua. Chiunque arrivi con traumi o altre patologie si ritrova o con un volantino casualmente “buttato” tra le loro mani o con un volontario che propone l’accompagnamento. Ma c’è di più. Alcuni pazienti allettati nei reparti si sono ritrovati con la pubblicità sul comodino tanto da suscitare proteste e polemiche dei familiari e parenti che giornalmente si recano in ospedale.

Sulla problematica è intervenuto il direttore sanitario del San Timoteo, Filippo Vitale che, con una lettera, ha richiamato all’ordine le diverse associazioni presenti invitandole ad un comportamento maggiormente decoroso ed anche un abbigliamento adeguato. Nonostante la missiva, il “bivacco” di operatori ed ambulanze permane così come, non si capisce come mai, diversi volantini “filtrano” nei reparti arrivando a destinazione, tra i ricoverati e famiglie.

Alcune pubblicità sarebbero state affisse addirittura nelle bacheche ospedaliere suscitando ulteriormente le rimostranze degli stessi operatori in servizio in quanto vietate dal regolamento interno. “Ho trovato delle pubblicità di servizi privati sanitari – hanno dichiarato alcuni dipendenti dell’ospedale – e mi è sembrato poco adeguato. Una maggiore sobrietà sarebbe preferibile per rispetto di malati gravi e del dolore dei parenti in casi delicati. Proporre servizi a pagamento in momenti particolari è anche indelicato”.

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Antonella Salvatore
Giornalista professionista, Direttrice di myTermoli.iT e myNews.iT e collaboratrice AnSa