
In altri termini si sostituisce alla base ed agli organi interni diventando egli l’unico, onnicomprensivo,interlocutore. Ovviamente queste sono considerazioni di carattere generale e valgono per tutte le parti politiche. Per chi, come me ha creduto e crede nel ruolo insostituibile dei Partiti come strumenti di organizzazione e di formazione democratica della classe dirigente, il fenomeno rappresentato crea enorme disagio e forte preoccupazione. Se e’ vero infatti che le idee camminano sulle gambe degli uomini, e’ altrettanto vero che questi sono fisiologicamente volubili e quindi chi esercita ruoli politici di livello apicale ha ancor piu’ necessita’ di muoversi nell’ambito di regole precise, preventive e sopratutto condivise.
Altrimenti il rischio e’ quello di sfociare nell’anarchia o in tentazioni assolutiste. Facciamo un esempio: se il neonato PDL anziche’ farsi interprete di esperienze, culture, soggetti e formazioni diverse, che poi traduce in un contesto di unita’, di arricchimento e di crescita politica, diventasse il partito del leader o di una sola parte del tutto, non solo verrebbe svilita l’idea guida che ha determinato la sua nascita , ma in prospettiva commisurerebbe la sua stessa esistenza a quella del leader o a quella della sola parte che rappresenta. E se gli organismi territoriali periferici, che sono stati “nominati” dagli organi centrali del Partito ( e non invece “eletti” dalla base come sarebbe stato piu’ consono), restassero quelli attuali per lungo tempo , verrebbe definitivamente depressa proprio quella idea di pluralita’ culturale, che caratterizza il PDL come qualcosa di nuovo e di diverso nel panorama politico nazionale.
La distorsione del sistema sarebbe evidente, cosi’ come evidenti sono i segnali, francamente anche questi allarmanti, della carenza di collegialita’ e di dibattito interno tra le varie componenti ( almeno a giudicare da quanto accade nella nostra piccola realta’ regionale). Concludo queste mie riflessioni sottolineando una coincidenza storica : le nomine dei coordinatori e dei vice coordinatori vicari del nuovo Partito degli Italiani ( il PDL) sono state effettuate ( come detto per disposizione “romana”) nell’ aprile del corrente anno e cioe’ 50 anni esatti dopo quell’11 aprile 1959 che ha visto la nascita del disciolto PDIUM, il Partito Democratico Italiano di Unita’ Monarchica. Ebbene, dopo mezzo secolo , dobbiamo constatare con una punta di amarezza, che forse erano piu’ ….democratici i monarchici.
Absit iniuria verbis.
Oreste Campopiano
Segr.reg.le N.PSI – PDL Molise