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TERMOLI – A Termoli e nel Molise tutto, l’amianto la fa da padrone tra case private, edifici pubblici, garage, capannoni industriali, tetti e rimesse agricole. Su 743 siti censiti dall’Agenzia regionale per l’ambiente, ben 666 sono contaminati da eternit, il materiale ricavato dalla lavorazione dell’asbesto. Di questi, solo per 71 sono scattate ordinanze per la bonifica, effettuata d’urgenza. È la fotografia scattata dall’Arpa Molise nell’ambito di un progetto stilato nel 2006 e dedicato alla mappatura dei siti con il materiale killer. Decine di operatori dell’agenzia hanno lavorato per mesi per preparare una cartina identificativa oggi utile come riferimento cui partire per effettuare aggiornamenti e valutazioni tecniche.

Ma c’è di più. Rispetto al 2006, sono in netto aumento le strutture scoperte con asbesto. Ammontano a svariate centinaia, sono anonime e disseminate tra il litorale, il medio ed alto Molise. Risultano, inoltre, ancora tanti gli appartamenti con le pareti contenente eternit il cui smaltimento ha dei costi elevatissimi: 6 mila euro circa per la bonifica di una parete di 3 metri quadri. I più preferiscono convinverci, piuttosto che affrontare le spese di smaltimento. La conferma arriva dagli stessi operatori dell’Arpa che, quotidianamente, effettuano controlli sul territorio verificando le migliaia di segnalazioni di privati che giungono continuamente.

«L’attività
più impegnativa che stiamo portando avanti – hanno dichiarato i tecnici dell’agenzia di Termoli – riguarda proprio le strutture con eternit. Dall’inizio dell’anno ad oggi sono stati condotti in Basso Molise 60 interventi con 44 campionamenti. Tra questi ci sono anche capannoni industriali». Dalla cartina tracciata nel 2006 i Comuni con una maggiore presenza di edifici con amianto sono Isernia, al primo posto in assoluto con 121 strutture di vario tipo, seguito da Campobasso con 88 siti. Termoli è collocata al terzo posto con 54 verifiche risultate positive, seguita da Colli al Volturno con 31 siti, Pozzilli e Venafro entrambi con 23, Riccia 22 e Bojano 7.

«Rispetto a questi dati del 2006 – hanno dichiarato dall’Arpa della città adriatica – la situazione oggi ha subìto un forte incremento. Ogni giorno, in realtà, ci sono degli aggiornamenti. In un anno riusciamo a portare a termine oltre 80 accertamenti comprese le valutazioni tecnico-scientifiche del caso con la richiesta di intervento dei sindaci dei territori di competenza, in quanto autorità sanitaria. Qualora un sito risulti con le fibre intaccate deve essere sottoposto ad accertamenti. I risultati possono essere diversi, se le fibre sono intatte non ci sono problemi se, al contrario, sono intaccate si richiede l’incapsulamento e, nelle situazioni di grave rischio ambientale e per la salute umana, si procede con l’immediata rimozione. In quest’ultimo caso il privato deve ottemperare a una ordinanza sindacale».

A Termoli sono ancora numerose le residenze private con le pareti contenenti il materiale bandito dopo nel 1992 dall’edilizia ma utilizzato in gran quantità e dappertutto tra gli anni ’60 e ’80. Per quanto riguarda le discariche, su 400 censite nel 2010 dall’Associazione Ambiente Basso Molise, 30 sono risultate contenenti eternit. «Le onduline sono gettate alla rinfusa su strade e campagneha spiegato Luigi Lucchese, presidente dell’associazione ambientalista -. Spesso le ditte chiamate alle ristrutturazioni, invece di ricorrere a discariche autorizzate per smaltire l’eternit, preferiscono abbandonarle ovunque facendo ricadere le spese di bonifica, molto elevate, sui comuni. Bisognerebbe scoraggiare tali situazioni e ci stiamo adoperando per farlo con i primi buoni risultati”.

A Guglionesi, Lucchese ha provveduto a far posizionare una “fototrappola” del costo di 200 euro, una sorta di telecamera nascosta in alcune zone verdi con discariche abusive, «inchiodando» due persone scoperte a gettare rifiuti speciali e pericolosi sul territorio. «A costoro saranno recapitate multe da un minimo di 300 euro ad un massimo di 6 mila euro – ha spiegato – Guglionesi è stato il primo comune sensibile a questo problema ma ci auguriamo che anche altre realtà decidano di ricorrere alle fototrappole per scoraggiare gli incivili e coloro che preferiscono buttare di tutto in mezzo alle campagne e sulle strade piuttosto che rivolgersi alle ditte competenti».

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Antonella Salvatore
Giornalista professionista, Direttrice di myTermoli.iT e myNews.iT e collaboratrice AnSa