Cattedrale di Termoli

TERMOLI _ E così si è giunti all’epilogo dell’amministrazione termolese nel modo più rapido e più netto possibile. Resta il dubbio sul ritiro o sulla conferma delle dimissioni, ma questa ormai è già storia passata. Ora all’interno della ex-maggioranza si va alla ricerca delle responsabilità di questa nuova debacle. Non è la prima volta che la sinistra mostra limiti strutturali nel condurre a termine un’esperienza amministrativa; si possono ravvisare le cause in tanti fattori, non ultimo nell’acerrima opposizione che ricorre ad ogni sotterfugio per metterlo in difficoltà, anche all’arte della …seduzione di qualche componente dell’altro schieramento. Ma al di là di ciò, resta il fatto che i partiti o movimenti che fanno riferimento alla sinistra (o centrosinistra) non riescono a ‘tenere’ nel tempo, sotto il peso delle responsabilità amministrative, nei rapporti con le altre istituzioni, e innanzitutto fanno fatica a mantenere una coesione interna, fra le sue diverse anime, capace di superare le inevitabili difficoltà del percorso di governo e di condividere le scelte, anche impopolari, del governo cittadino.

Sarà l’eterna ‘coscienza infelice’ che tormenta da più di un secolo il cuore della sinistra e che produce continue divisioni, ripensamenti e riposizionamenti. La coalizione di maggioranza uscente nasce da una interruzione traumatica del febbraio 2006 della precedente amministrazione e quindi, in qualche modo, inizia la sua esperienza in una situazione ‘non normale’ ma di emergenza, e questo non sempre è un favorevole punto di partenza. Di fatto le difficoltà tra le varie componenti sono esplose abbastanza presto, culminate già nelle dimissioni del sindaco nell’ottobre del 2008. Poi il travagliato parto del PD molisano e termolese e l’affermazione dell’IDV, hanno fatto il resto; il via vai di consiglieri e assessori era in fondo una tattica per rimediare al presupposto fondamentale, la mancanza di un robusto patto di governo e di una fiducia convinta.

La maggioranza non aveva più un’anima, disgregata al suo interno, senza adeguati sostegni dai partiti di riferimento che hanno mostrato la loro intrinseca debolezza e l’incapacità di supportare, motivare e affiancare quei membri che isolati per vari motivi, come mine vaganti, hanno sgretolato di fatto l’amministrazione. L’opposizione aveva buon gioco nel tentare di incunearsi nel debole fronte avversario, come di fatto è accaduto. Siamo così già in clima preelettorale ed è in corso un giocoso esercizio sulle future candidature che certo non può essere impedito, ma non si può non convenire che se i partiti non tornano a svolgere il loro ruolo positivo e propositivo, in termini di scelta di uomini, programmi e strategie, le diatribe interne alle forze che costituiranno le nuove coalizioni non cesseranno e ritorneranno i soliti vecchi fantasmi.

I principi sui quali costruire sono sempre quelli, detti e ripetuti più volte anche in questa nota: bando agli interessi personali, ai rancori e alle rivincite e alle aspirazioni ambiziose ed egoistiche; attenzione verso oggettive capacità amministrative, scelta di candidati disponibili che abbiano capacità di dialogo, di ascolto, di mediazione e un bagaglio politico-culturale ben definito, qualche buona idea (non molte) sul futuro di questa città che è l’unica, in questa situazione, ad essere la vera perdente. Ma avremo modo di tornare su queste ultime considerazioni. Ora, l’augurio è che questa pausa natalizia ispiri progetti costruttivi e disponga tutti i diretti interessati a riflettere sul prossimo futuro, su quello che sarà necessario fare per il bene della città e dei cittadini e non per la propria affermazione personale.

L’impegno diretto in politica è una passione civica di altissimo valore umano, nobilissimo, gratuito e disinteressato. Tanti giovani capaci (che certamente non mancano in entrambi gli schieramenti) devono avere il coraggio di mettersi in gioco, osare e rischiare, i soliti noti diano spazio e facciano tesoro della loro esperienza mettendola al servizio della loro crescita e formazione. E speriamo che i cittadini vedano qualcosa di nuovo e incoraggiante…

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5 Commenti

  1. ascoltare il papa
    Mi sembra che don Marcello non segua le indicazioni del Papa che pochi giorni fa ha detto che i prelati (dal Vescovo all’ultimo prete)devono smetterla di fare politica e devono concentrare le loro forze nel predicare il vangelo,in fin dei conti è questa la loro missione.Un saluto ed un augurio fraterno a tutti.