CAMPOBASSO _ Parte la stretta sulle compensazioni indebite. L’Agenzia delle Entrate ha messo in campo per la prima volta una task force dedicata a contrastare l’utilizzo illecito delle compensazioni. Due gli obiettivi: mettere fine all’utilizzo delle compensazioni di imposta in maniera patologica, come se fossero un bancomat, e combattere le frodi più complesse attraverso l’analisi di posizioni ad alto rischio. Quest’ultima attività ha già portato in pochi mesi all’individuazione di compensazioni sospette per 170 milioni di euro in capo a oltre 200 soggetti, concentrati per il 56 per cento in Lombardia, con una larga incidenza nel settore dell’edilizia. Il fenomeno delle compensazioni è in costante crescita e non appare coerente con i dati sul gettito, in particolare con quelli relativi all’Iva; in alcune province le compensazioni di crediti Iva sono platealmente sproporzionate rispetto al totale nazionale, evidenziando forti fattori di rischio”. È questo quanto dichiarato dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, durante la conferenza stampa sulle attività di contrasto alle compensazioni indebite.

È venuto il momento di puntare su una specifica e mirata strategia di contrasto – ha poi aggiunto Befera – attraverso approfondite analisi di rischio necessarie a stroncare la diffusione di un fenomeno che trasforma indebitamente il meccanismo della compensazione da strumento di civiltà a strumento di evasione, se non di vera e propria frode”. L’attività di analisi svolta in questi mesi ha fatto emergere, in particolare, due tipologie di ipotesi evasive: la prima di tipo diffuso, caratterizzata da comportamenti individuali, più o meno occasionali, che si concretizzano soprattutto in omessi versamenti, la seconda più complessa e di tipo fraudolento. Evasione diffusa “Sotto la lente del fisco – ha dichiarato il direttore dell’Accertamento, Luigi Magistro – ci sono 8mila soggetti che nel modello F24 hanno utilizzato in compensazione crediti Iva per un ammontare complessivo di alcune centinaia di milioni di euro, pur non avendo presentato la relativa dichiarazione”.

Per questi contribuenti è in corso il recupero delle imposte e dei contributi pagati in compensazione con crediti inesistenti.Frodi In cima alla lista della task force Antifrode dell’Agenzia delle Entrate ci sono i fenomeni frodatori realizzati attraverso la creazione di società fittizie, le attività illecite dei consulenti che agevolano in vario modo i comportamenti fraudolenti e le emissioni di fatture per operazioni inesistenti da parte delle cosiddette società cartiere. Per il biennio 2007-2008 e i primi tre mesi del 2009, risultano ad alto rischio compensazioni per 170 milioni di euro in capo a oltre 200 soggetti, concentrati per il 56 per cento in Lombardia, per l’11 per cento nel Lazio, per l’8 per cento in Emilia Romagna, per il 6 per cento in Puglia, Veneto e Campania e in percentuali minori nelle altre regioni.

Il settore più inciso è l’edilizia con il 47 per cento dei soggetti interessati e il 56 per cento dell’ammontare dei crediti utilizzati in compensazione. Analisi più sofisticate sono in corso su oltre 500 soggetti con un grado di rischio leggermente più basso che nel solo 2008 hanno compensato in totale crediti per 180 milioni di euro. Gli scenari emersi dal lavoro svolto porteranno quanto prima anche alla denuncia dei responsabili all’Autorità giudiziaria.

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