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TERMOLI _ Da qualche tempo abbiamo chiesto la moratoria di un anno per fermare la costituzione di istituti scolastici abnormi (almeno 1.000 alunni), come previsto dalla manovra finanziaria di luglio e dalla legge di stabilità di novembre 2011. La proposta prevedeva la chiusura di oltre 1.130 scuole con la sciagurata conseguenza di sguarnire i territori di importanti presidi culturali, tagliare migliaia di posti (Dirigenti scolastici, Dsga e collaboratori scolastici), aumentare l’ingovernabilità del sistema, cambiare il senso pedagogico degli istituti comprensivi da luogo di costruzione di un curricolo di base in verticale a scuole pollaio o istituti “mostri”.

Tutto questo per risparmiare 170 milioni di euro. In Molise questa determinazione comporterebbe la soppressione di 29 istituzioni scolastiche. La nostra iniziativa politica ha determinato la presa di posizione della Conferenza Stato regioni che ha prodotto un documento nel quale invita il governo ad un ripensamento ed ad una applicazione graduale. L’incontro sul dimensionamento scolastico tenutosi presso la Sala della Costituzione a Campobasso, giovedì 17 novembre u.s., ha confermato, invece, tutte le nostre preoccupazioni. Il piano presentato per la sola provincia di Campobasso prevede la soppressione di ben 14 istituzioni scolastiche, con la concessione di deroghe ad altre 10. Con lo stesso sistema, se si dovessero applicare i parametri approvati dal Parlamento nelle due province molisane, le istituzioni scolastiche passerebbero dalle attuali 86 a 57. In quella sede non si è affrontato il problema di quale dovesse essere l’offerta formativa da garantire al territorio ed agli studenti, in base alle specificità, agli edifici scolatici esistenti, alla rete dei trasporti da programmare, all’organico di personale.

Si è provveduto solo a fare una serie di somme di alunni provenienti dai diversi contesti locali. Fa specie sentire gli amministratori regionali e provinciali lamentarsi di questa applicazione mentre, in passato, insieme ai parlamentari, non hanno fatto niente per contrastare questo declino. Non siamo a conoscenza di un atto prodotto nei confronti del governo nazionale per porre il tema di una razionale rete scolastica in un contesto complicato com’è quello della regione Molise. Con forza chiediamo di rivedere questa scellerata politica di tagli ed invitiamo i decisori politici, ai vari livelli, ad attivarsi per rilanciare sul ruolo che la scuola pubblica deve avere nella nostra regione. Invitiamo, perciò, tutti i docenti, dirigenti, personale ATA, e tutti i cittadini a battersi nelle scuole, nei consigli comunali, provinciali e regionale per ottenere il rinvio di almeno un anno del piano di dimensionamento evitando forzature che farebbero solo il male alla scuola e riaffermiamo la richiesta di investire sul futuro delle nuove generazioni e di smetterla con al politica dei tagli per fare cassa.

Il segretario regionale Sergio Sorella

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