LARINO _ Si fa tanto parlare di aiuto alle nuove generazioni ma poi quando si tratta di agire, anche nelle cose apparentemente più piccole, ci si perde nel mare magno del sostanziale egoismo. In questi giorni scattano le ormai fatidiche ed irriguardose chiamate per l’insegnamento. Credo che non a tutti sia noto che un buona parte dei docenti delle scuole non è un titolare di lavoro per 365 giorni all’anno ma è un vero e proprio interinale, che lavora per i mesi di insegnamento e viene licenziato non appena gli scrutini di giugno si concludono: lavora per nove mesi quando va bene. A questo sistema di lavoro si viene chiamati anno per anno, in genere da fine agosto fino a metà ottobre, se c’è posto: una specie di caporalato istituzionalizzato. Già questo lascia intendere quale sia lo stato d’animo di un insegnante precario in questi mesi, di fronte alla possibilità che il posto di lavoro non ci sia per l’anno a venire. C’è poi da aggiungere che per poter essere chiamati, ogni due o tre anni, bisogna eseguire una domanda cartecea/informatica.

Non basta farla una prima volta per maturare il diritto ad essere chiamati quando ce ne sia il bisogno : va rinnovata periodicamente! Ebbene, questo è uno di quegli anni in cui bisogna produrre tale domanda. La data di scadenza per la consegna della stessa è 26 agosto. E qui nasce l’inghippo perché, a parte la ovvia considerazione sull’opportunità di collocare la data di scadenza in pieno clima vacanziero ed a ridosso dell’inizio delle lezioni, ad oggi (24 agosto 2011) non ancora ci sono i tutti i codici per completare la domanda! Per esempio, per chi dovesse indicare nella domanda, come sede di insegnamento, il Liceo Classico di Larino o quello di Termoli non ne avrebbe modo perché tale scuole non compaiono tra le possibili scelte. Qual è quindi lo stato d’animo di chi deve produrre la domanda entro il 26 e sa che se la sbaglia o non la può consegnare, senza alcuna colpa propria, non potrà più insegnare per i prossimi tre anni (e probabilmente anche per i successivi)? Chissà se il ministro Gelmini se lo immagina? O cosa pensano al Ministero della Pubblica Istruzione? Chissà cosa aspetta il Provveditorato del Molise per chiarire pubblicamente la cosa?

E’ necessario che il Provveditorato disponga una proroga per il termine ultimo della domanda ed emani un comunicato tranquillizzante, se c’è da stare tranquilli, al riguardo. In ogni caso rimane la considerazione, ormai sempre più frequente ed amara, che i trattamenti, (ahimè, anche quelli umani!) tra gli italiani della prima Repubblica, molti addirittura in pensione da decenni e le nuove generazioni precarie della seconda Repubblica, tra chi possiede contratti a tempo indeterminato e chi fa parte della schiera del contratto sminuzzato, sgonfiato, parcellizzato e saltuario, sono nettamente ed vergognosamente impari.

Claudio Nuonno Segretario PD Larino

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