Il Consiglio comunale di Termoli
TERMOLI _ La democrazia parlamentare si costituisce come forma di governo in cui la responsabilità diretta viene affidata a chi ottiene la maggioranza dei consensi degli elettori; l’opposizione svolge un ruolo ugualmente importante, quello di controllo dell’operato dell’esecutivo espresso dalla maggioranza parlamentare, di presenza efficace nello stimolare ed avanzare proposte alternative di fronte ai problemi che attengono alla gestione della cosa pubblica. Queste stesse dinamiche, così genericamente e approssimativamente indicate, caratterizzano anche la vita delle amministrazioni locali. Però spesso i rapporti tra maggioranza e opposizione sono così aspri e duri che, abbandonata quella dialettica costruttiva pur vivace ma sempre positiva, diventano scontri continui, come se fossero l’un contro l’altro armati, piuttosto che preoccupati, nella diversità dei ruoli e delle prospettive, del bene comune nella ricerca delle soluzioni delle problematiche della realtà cittadina.

Incapacità di ascolto, di dialogo, la mancanza di terreno di confronto a cui si aggiungono invidie, gelosie, sgambetti più o meno onesti, sotterfugi di vario genere, fino a reciproci ricorsi ad organi della magistratura e alle carte bollate, avvelenano il clima delle istituzioni al punto che ne risente la stessa finalità del loro ruolo, con evidenti danni per una buona amministrazione. I cittadini di fronte ad un clima così arroventato perdono sempre più fiducia verso quelli che essi hanno votato e che hanno ricevuto mandato per la gestione della loro città e del loro territorio.

Sarebbe curioso sapere quanto tempo e quante energie vengono disperse in questi scontri, tempo ed energie sottratte alla fine al compito specifico di amministrare, sia da parte della maggioranza che da parte dell’opposizione. Alla maggioranza vengono spesso imputati atteggiamenti arroganti, scelte amministrative al limite della legalità, ritardi, incapacità, decisioni miope, scarsa conoscenza del territorio, pretesa di operare ignorando totalmente l’eventuale contributo dell’opposizione; questa viene accusata di intralciare l’operato dell’amministrazione ricorrendo a pretesti di ogni genere pur di immobilizzarla, e ad ogni altra forma più o meno consentita per cercare di indurla a gettare la spugna.

A volte si assiste a spettacoli indecenti e indecorosi, dall’una come dall’altra parte. Non raramente la maggioranza per continuare a navigare è costretta a fare salti mortali perché anche al suo interno non mancano opposizioni ‘in sonno’ che, forse per equilibri o spartizioni di potere, creano problemi quasi quanto quelli delle opposizioni; queste a loro volta, sembrano spesso più occupate a distruggere e denigrare ad ogni costo, anche dinanzi a scelte oggettivante condivisibili, anziché proporre alternative, offrire contributi costruttivi ed essere pungolo di sollecitazione delle responsabilità. Di fronte a tale situazione si perde di vista il bene comune, che interessa sia gli uni che gli altri, al di là delle appartenenze. Sarà sempre difficile un giusto equilibrio di pesi e contrappesi ma se si guarda, tutti, verso la stessa direzione forse si vedranno meglio sia le cose che dividono che le cose che possono unire.

Un’opposizione degna del suo ruolo istituzionale non può, certo, restare passiva e attendere gli errori della maggioranza per attaccare e gridare ‘andate a casa’; accanto ad un’analisi attenta e puntuale delle scelte amministrative è chiamata a svolgere un lavoro altrettanto efficace e impegnativo nell’elaborare proposte alternative, un ruolo di controllo intelligente e di contrasto quando le scelte sono palesemente deleterie e controproducenti per la città.

Tutto ciò richiede presenza attiva nelle sedi istituzionali opportune, necessità di elaborazione politico-culturale al suo interno, e iniziative per tener desta l’attenzione dei cittadini. Se un’opposizione si limita ad attendere il prossimo turno elettorale, caso mai tessendo trame sottobanco per sfaldare la maggioranza, per fare insomma solo i soliti giochi di potere piuttosto che costruire un consenso su una visione nuova e diversa del governo della città, allora si ricade nel solito rischio di fare politica dal basso profilo, ma molto basso e non si viene fuori dalle secche di stili e metodi che si trascinano nel tempo con gravi danni per il bene della propria città.

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