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Erminia Gatti
Erminia Gatti
TERMOLI _ Apprendo con piacere che l’Amministrazione Di Brino avrebbe partorito la bellissima idea degli orti sociali. Meglio tardi che mai. Peccato infatti che quella sia stata una delle primissime proposte portate in Consiglio dalla sottoscritta: una mozione che risale a tre anni fa! Ovviamente bocciata e boicottata da questa illuminata Amministrazione. “Il verde pubblico e gli spazi aperti sono un bene prezioso per l’intera comunità cittadina – sostenevo in una mozione di giugno 2010 – Il verde urbano, oltre che un fondamentale elemento di arredo urbano rappresenta un ‘grande fornitore di servizi ambientali’, secondo la definizione del ministero dell’Ambiente.

La nostra città è ricca di aree verdi di proprietà comunale poco utilizzate o, addirittura, abbandonate e degradate. In questo momento storico di forte recessione economica, investire nella cultura della cura diretta dal verde urbano o di aree periferiche dismesse potrebbe rappresentare una valida formula per sopperire alle esigenze del decoro urbano e contemporaneamente restituire spazi verdi, fungibili, alla città. L’adozione di aree verdi comunali consente la partecipazione di associazioni, gruppi organizzati, cooperative sociali, comitati di quartiere, condomini, scuole nonché di privati cittadini alla manutenzione e cura del verde pubblico, con formule convenzionali a costo zero per l’Amministrazione concedente e per i concessionari.

Interventi del tipo degli ‘orti sociali’ possono rispondere alla ulteriore funzione sociale di promuovere l’autonomia delle persone anziane e disagiate tramite l’offerta di opportunità di integrazione, di mantenimento di funzioni vitali e di svago, di valorizzazione umana e di benessere psicofisico”. Nel maggio dello stesso anno, il consigliere Marinucci aveva proposto proposto la redazione di un regolamento per la gestione del verde pubblico e privato in modo da avere un documento utile ed efficace per la formulazione del bando di gara per la gestione di tale servizio, per “georeferenziare” le aree verdi classificandole accuratamente in modo che ogni tipologia di verde avesse la giusta modalità di manutenzione e gestione, rendendo questo strumento propedeutico alla individuazione di aree da affidare alla gestione dei cittadini sotto forma di orti sociali o urbani.

Oggi, incredibilmente, quest’amministrazione scopre l’uovo di Colombo. Non è altro che la riconferma, semmai servisse, del tempismo e dell’efficienza di questa classe dirigente. Se ci avessero ascoltato per tempo, oggi, a distanza di tre anni, qualcuno starebbe già mangiando le verdure dei propri orti e molti bambini potrebbero giocare in sicurezza in diversi quartieri.

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