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TERMOLI _ Una piazza gremita, convinta, festante da fiducia e trasmette gli stimoli giusti a continuare nel cammino intrapreso all’indomani della vittoria elettorale di circa due anni fa, nella prospettiva della complessiva riforma e modernizzazione del Paese. E la piazza di ieri a Roma, a prescindere dalle sterili disquisizioni sul numero dei partecipanti, era davvero gremita e soprattutto convinta ed entusiasta. Purtuttavia qualche riflessione va fatta per scongiurare il facile rischio di nascondere dietro lo sventolio di quelle bandiere festanti, i problemi che nella coalizione di Governo ci sono e che restano sostanzialmente immutati. La piazza ha “rilanciato” Berlusconi, riconfermando che Lui è il leader indiscusso, ma non ha affatto “rilanciato il PDL” come qualche testata giornalistica ha titolato.  

L’assenza dell’on. Gianfranco Fini per “ragioni istituzionali” è un segnale politico significativo nel contesto generale. Così come le parole dell’on. Umberto Bossi il quale, prendendo il microfono allorquando il Presidente aveva gia’ iniziato il suo intervento, ha sottolineato sì la sua vicinanza ed amicizia al premier, che ha definito “uomo del popolo”, ma ha anche ribadito il ruolo della Lega Nord come alleato “determinante” per la tenuta della coalizione di Governo. Ma c’è un altro nodo che la manifestazione di Piazza S.Giovanni non ha sciolto, né d’altro canto poteva sciogliere , che è quello del conclamato rischio della astensione dal voto . E se è vero come è vero che i fenomeni politici, analogamente a quelli economici, si vanno via via “globalizzando”, il recente esempio delle elezioni amministrative francesi non conforta di certo.

A due anni e mezzo dalla sua elezione Sarkozy ha dilapidato, attraverso il non voto, oltre il 20% del suo consenso, in un contesto generale che ha visto il partito dell’astensione attestarsi a percentuali incredibili del 53,6%, e cioè oltre venti milioni di elettori. Personalmente non credo che in Italia ci siano condizioni analoghe a quelle francesi tali da giustificare un ricorso così massiccio al “ voto di astensione”, ma avverto tra la gente, quella che fa i conti quotidianamente con la crisi, segnali di stanchezza, di disinteresse, quasi di distacco. E nel quadro complessivo di questo sistema incompiuto, livelli di astensione elevati penalizzerebbero in modo determinante solo chi ha la responsabilita’ di Governo, alimentando, anzi esaltando gli elementi di divisione rispetto a quelli di condivisione, con tutte le conseguenze facilmente immaginabili sul sistema. Intanto sono trascorsi anche in Italia i primi due anni di legislatura solo per mettere in moto la macchina del cambiamento .

E’ quindi imprescindibile ormai una decisa accelerazione nel senso di rendere leggibili le riforme, a cominciare da quella della Giustizia, sulla quale ben tre legislature si sono di fatto arenate, ( ci sarà pure un perché!) fino a giungere al traguardo di quella “rivoluzione liberale” promessa ma ancora lontana dall’essere attuata. Tanto perché quel calore e quella generalizzata volonta’ di liberta’ e di modernizzazione espressa dalla piazza di Roma non diventi come quel farmaco senza effetti terapeutici che si da al paziente solo per accontentarlo. Nella fattispecie appunto un …placebo elettorale.

(avv.Oreste Campopiano)
Segr.Reg.Molise N.PSI