CAMPOBASSO _ I salari in tutti i comparti della conoscenza si sono impoveriti; in questi anni non si è avuto nessun aumento delle retribuzioni, mentre l’inflazione è al 3,4%. Se si decidesse di aumentare ancora l’IVA, come si vocifera, sarebbe un ulteriore colpo al potere d’acquisto. Il nuovo Governo deve garantire i rinnovi contrattuali, gli scatti d’anzianità per i lavoratori della scuola, le progressioni salariali e dovrà mettere immediatamente mano alla riforma fiscale. Abbiamo bisogno di segnali che vanno nella direzione dell’equità e non di manovre nelle quali a pagare sono sempre i lavoratori dipendenti. Bisogna cambiare la legge Brunetta che limita la contrattazione e non produce alcun miglioramento nel funzionamento delle pubbliche amministrazioni.

Se si dovesse continuare con il blocco dei contratti e della contrattazione, la FLC CGIL proseguirà con un’ulteriore fase di mobilitazione, perchè il risanamento non può essere realizzato continuando a colpire i lavoratori pubblici. Le voci che circolano in questi giorni circa i provvedimenti che il Governo Monti starebbe per prendere sul tema della previdenza, non sono positive. Non si può usare la previdenza pubblica come un salvadanaio a cui attingere nei momenti di difficoltà finanziaria. L’innalzamento dell’età pensionabile oltre i 40 anni e l’introduzione del sistema degli incentivi e disincentivi a seconda dell’età pensionabile, determinerebbero una perdita di diritti acquisiti. Questi diritti vanno mantenuti, specie nel momento in cui gli stipendi e le pensioni rappresentano l’ammortizzatore sociale per i figli precari, disoccupati, impossibilitati dalla mancanza di lavoro a costruirsi una vita autonoma.

L’innalzamento dell’età pensionabile delle donne oltre i 65 anni, dal 1 gennaio 2012, non tiene conto della complessità di vita che le donne italiane ancora affrontano negli anni 2000, rispetto a quelle di altri Paesi europei, dove lo Stato Sociale interviene nel lavoro di cura. Dopo tutta la normativa punitiva in materia di pensioni del Governo Berlusconi, ancora una volta si farebbe cassa col sistema della previdenza pubblica, senza garantire ai giovani pensioni dignitose visti i contratti sempre più precari. Al Governo, che nelle dichiarazioni d‘insediamento ha garantito equità al Paese, chiediamo un cambiamento radicale, non solo nello stile ma anche sul piano delle politiche del lavoro, previdenziali e retributive.

FLC CGIL MOLISE

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