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Massimo Romano
CAMPOBASSO _ E’ davvero difficile, a poche ore dal suono della campanella che segna l’avvio del nuovo anno scolastico, intervenire sul tema della scuola senza rischiare di scivolare nella banalità o, peggio, nella demagogia. Tuttavia, la disperazione di migliaia di studenti e di centinaia di famiglie molisane rappresentano segnali troppo evidenti di un malessere e di un disgusto diffusi verso una classe politica, trasversale per colore e per livello istituzionale, che, per colpa o per dolo, per impedimenti tecnici o per futili schermaglie politiche, non riesce più a rispondere a nessuno dei bisogni sociali a cui è (o dovrebbe essere) preposta. Inoltre, il monito, tanto garbato quanto inequivocabilmente preoccupato, di S.E. Bregantini rende irrinunciabile un momento di riflessione laica che sarebbe sciocco fraintendere come strumentalizzazione politica funzionale ad altri scopi.
Tra poche ore avrà inizio il nuovo anno scolastico. In molti Comuni, i comitati dei genitori hanno preannunciato che proibiranno l’ingresso nelle aule dei propri figli. E le associazioni studentesche, coraggiosamente, non abbandoneranno la mobilitazione. Contemporaneamente, da settimane sono in corso manifestazioni di protesta degli operatori della scuola, personale docente e non, ai quali, dopo anni di precariato affrontato con sacrificio e dedizione, sarà con ogni probabilità preclusa la prospettiva di un futuro inserimento più stabile o della possibilità stessa di continuare a lavorare nella scuola.
 
In Molise è drammaticamente alta la percentuale degli edifici strategici non conformi alle prescrizioni delle normative antisismiche e di sicurezza. Dalle scuole, Liceo Romita in primis, agli ospedali, Cardarelli in primis. Eppure la Regione ha dispensato centinaia di Milioni di euro per interventi e opere pubbliche riconducibili comunque –ironia della sorte- all’emergenza post-sisma del 2002.

Eppure, evidentemente, non ci si è posti il problema di dare priorità ad un serio piano di messa in sicurezza degli edifici più a rischio (invece di scucire 8 Milioni di euro per una nave obsoleta o elargire 5 Milioni per il Suv molisano, oggi avremmo un polo scolastico supersicuro, supertecnologico, supermoderno). Oppure, al contrario, tra gli edifici finanziati non ce n’è nessuno sul territorio della città capoluogo. Allo stesso modo, per alleviare il drammatico impatto sociale dei licenziamenti del personale docente e non docente, la risposta della politica regionale è apparsa quanto meno inadeguata, se non addirittura insignificante.
 
Eccezion fatta, ovviamente, per qualche istituto scolastico paritario la cui pubblicità, degna di una multinazionale del marketing, promette iscrizione gratuita, libri e materiale didattico gratuito, addirittura rimborsi di tasse già pagate (ma a questo sarà dedicato altro approfondimento, a partire dalle fonti di finanziamento a cui si attingerà).

A fronte di questa situazione, la politica continua a parlare a se stessa di se stessa. Continua ad avvitarsi in accuse reciproche, in penose proposte comunque tardive, in scontate manifestazioni di solidarietà che lasciano il tempo che trovano. E’ un problema di comprensione e di credibilità. Come può essere credibile agli occhi di uno studente o di un genitore o di un insegnante un Presidente, assessore o consigliere che sia, di qualsiasi partito sia, di qualsiasi istituzione sia, che da un lato si vanta di aver speso Milioni di euro per acquisti immobiliari o lavori di ristrutturazione delle proprie sedi istituzionali (dai 12 Milioni per l’ex Enel ai 6 Milioni dell’ex Roxy della Regione, ai costi della ristrutturazione della sede della Provincia) e adduce poi incomprensibili impedimenti per la messa in sicurezza di una scuola? O a fronte dei Milioni di euro di affitto per sfarzosi sedi di rappresentanza regionale (da Colle delle Api a via del Pozzetto a Roma, alla sede deserta di Bruxelles)? Ed è proprio impossibile spiegare un atto di accusa che proviene da chi per anni ha avuto la responsabilità e il dovere di risolvere il problema e invece non lo ha fatto e ora comunque ha il coraggio di parlare.

Ed è ancora più imbarazzante assistere a chi, rivestendo ruoli istituzionali di vertice, a tali proposte risponde con le provocazioni invece di fornire soluzioni Ed è difficile spiegare perché da aprile che è esploso il caso siamo arrivati a settembre e di fatto ancora è ignoto l’indirizzo dell’aula che dovrà ospitare questa o quella classe.
 
Ed è proprio vergognoso che, come nel caso del Romita, le istituzioni sapessero da anni che nel 2009 in ogni caso l’edificio sarebbe dovuto essere smantellato e ci si è ricordati solo oggi di trovare una soluzione. Soluzione che tuttavia, a poche ore dal suono della campanella, non c’è ancora. Nella scorsa campagna elettorale, già nel mese di febbraio, come candidato Sindaco di Campobasso avevo proposto che si attivasse un tavolo interistituzionale tra Comune Provincia e Regione.

E che si prendesse atto di una situazione di pericolo urgente ed indifferibile di fronte alla quale occorreva mettere da parte le collocazioni politiche. Una soluzione, quella dell’Italia dei Valori, scritta nero su bianco nel programma elettorale e presentata all’opinione pubblica in una conferenza stampa, ripeto, a febbraio. Una proposta, a mio avviso l’unica, era e resta quella di trovare un percorso condiviso tra le Istituzioni. Nell’immediato, una soluzione transitoria: recupero funzionale di un immobile di proprietà pubblica o affitto di una struttura prefabbricata.

E poi l’avvio di una soluzione definitiva da realizzarsi in tempi certi: la Regione e il Comune si impegnino a riprogrammare i fondi dell’Asse Città per Campobasso, dirottando in favore di un polo scolastico quota-parte del finanziamento pubblico ex art. 15 ora destinato alla faraonica speculazione immobiliare che chiamano Sede regionale, se del caso implementando le risorse attingendo anche ai fondi del Pisu di Campobasso. Il Comune individui sul proprio territorio un’area da destinare a polo scolastico, visto che quella individuata nel PRG a valle del Romita è stata massicciamente cementificata da un privato grazie all’intervento provvidenziale dell’ennesimo commissario ad acta. Il Comune, poi, disponga la destinazione degli oneri di urbanizzazione alla realizzazione di scuole e asili nido.

Gli enti proprietari di immobili si impegnino a vendere le aree e, se del caso, le cubature degli edifici fatiscenti investendo i proventi ricavati nella compartecipazione alla realizzazione del nuovo polo. Non pretendo che la proposta mia e dell’Italia dei Valori per Campobasso fosse l’unica possibile. Ma sono certo che se i nostri avversari che oggi hanno la responsabilità istituzionale della situazione ne avessero assunta per tempo una, quale che fosse, oggi non saremmo in questa condizione di drammatico imbarazzo verso genitori, studenti, docenti e collaboratori ai quali non solo non sappiamo spiegare cosa non ha funzionato, ma non sappiamo neanche dire, a poche ore dalla campanella, in quale scuola saranno ospitati.

                                                                                                                                               Massimo ROMANO
                                                                                                                                 Consigliere Regionale dell’Italia dei Valori

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