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Alcune comparse nelle vesti dei TurchiTERMOLI _ Un evento che non si ripeteva da anni, precisamente dal 2001, che rievoca una delle più tristi pagine della storia di Termoli ovvero l’assalto della città da parte dei turchi capeggiati da Pialì Pashà.
Il triste episodio, datato 1566, è stato rievocato ieri sera, in via Roma, alla presenza di un gremito pubblico composto da locali e turisti, tra i quali qualcuno si chiedeva perché tutta quella gente aspettasse tanto impazientemente quell’evento. Alla fine nessuno è rimasto deluso da tanta attesa, visto che lo spettacolo c’è stato ed è risultato ben superiore alle aspettative. La rivisitazione storica, durata circa un’ora, è stata molto ben rappresentata ed apprezzata, tanto da chiedersi se non possa essere riproposta prima della fine dell’estate.

La scena si apre con un narratore (interpretato da Biagio Tranchese) , che racconta alcune vicende del passato, ricordando che questa era la “terra degli Osci”, che il castello in passato non esisteva in quanto Termoli fu dapprima una fortezza, attaccata e sconfitta più volte nella storia, da’ turchi come da’ Veneziani. È questa, a grandi linee, la storia, che porta il pubblico a conoscere i momenti più importanti fino al sedicesimo secolo, quando arrivò Pialì Pashà che mise a ferro e fuoco il borgo.

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La storia lascia poi il posto alla leggenda e all’assalto vero e proprio. Dapprima arriva una missiva al comandante delle forze armate cittadine che riportava i saccheggi subiti già da altre città della costa. Bisognava preparare una difesa per Termoli, anche se risulterà insufficiente, visto che alfine la città cadde “e per diversi giorni rimase un deserto”, con la popolazione rifugiatasi all’interno.

Un suggestivo il gioco di luci e suoni accompagna la drammaticità delle scene. L’assalto non si fa attendere, i turchi vengono preceduti dalle loro urla echeggianti ed è subito battaglia. Uno ad uno i soldati difensori cadono, Termoli viene incendiata, il rosso del fuoco e il suo fumo avvolgono le case. Si vedono sciabole correre avanti e indietro per il muraglione, mentre una fontana discende il castello creando un suggestivo gioco di luci e colori. Al termine della battaglia riecheggiano solo i tamburi battenti dei vincitori e così come sono arrivati, i turchi, vanno via.

Al termine della manifestazione non sono mancati i ringraziamenti a quanti hanno reso possibile l’evento, tra i quali il Sindaco e l’assessore Vergallo, invitati sul palco, ma anche Domenico La Porta, che ha curato la parte storica, il responsabile alle relazione esterne Giuseppe Bucci e tutti gli attori e i figuranti con la direzione artistica e la regia di Biagio Tranchese fondamentali per la riuscita dell’evento.

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3 Commenti

  1. Addemanne au cantenire su vine è bbune
    Dalla Port… ma avisse confuse “la Terra degli Osci” cu u’vine dù cantenire di Majo. Ti sì fatte n’a’ bevuta e ti scurdate n’à “M”. Non è chà fusse a “Terra dei MOsci”?