Abbiamo sentito parole di speranza e di unità di intenti da parte dei leaders politici, ma anche testimonianze di cittadini dell’Italia vera, non televisiva: quella impoverita dei precari, del mondo del lavoro, della scuola martoriata dal governo di centro destra. Poi, il triste ritorno al clima irrespirabile della campagna elettorale termolese.
In cui chi ha idee non ha modo di esprimerle, dato il clamore scomposto generale dei tanti che non ne hanno. Ci si ritrova in mezzo a disinvolti salti da uno schieramento all’altro, ad attempati padrini che si spacciano da innovatori, di neofiti della politica camuffati da esperti strateghi. Ed ancora aspiranti berluschini e berluschetti con tacchi a spillo ed abiti firmati o travestiti da attori di Hollywood. Tutti camuffati da capi-popolo.
Assistiamo a paradossi: segretari regionali lontani dalla realtà termolese che fanno una lotta spietata, con puerili e sconsiderati attacchi personali e diffamazioni, ai candidati espressi dalla città e appartenenti al loro partito. Ci rendiamo conto che nella profonda provincia italiana (e non solo) accade lo stesso dramma, ma ciò non ci consola. Allora, ogni tanto bisogna uscire dalle angustie mentali e fisiche dal proprio guscio e aprire le finestre della vita paesana al mondo esterno per una boccata d’aria. Come quella che abbiamo respirato in piazza del Popolo, insieme a tanta gente che spera come noi di liberare l’Italia dalle caste feudali e dalle mafie.
LIBERATERMOLI MOVIMENTO CIVICO