TERMOLI _ Con un atto dovuto a tutti i cittadini italiani, la Consulta della Corte Costituzionale ha riportato in primissimo piano quell’art. 3 della Costituzione italiana che recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Possiamo ancora affermare che il principio di uguaglianza dinanzi la legge è privilegio e garanzia di tutti e non solo di chi si dichiara “un perseguitato della giustizia”, evidentemente solo per scappare di fronte le responsabilità personali. Ci auguriamo che questo Governo non metta sotto scacco i 12 principi fondanti della Carta Costituzionale attraverso una strampalata quanto delicata riforma costituzionale e si ponga sempre arbitro di fronte l’operato della Magistratura.

Certe tipologie di dichiarazioni rilasciate pubblicamente dal Presidente del Consiglio dei Ministri non sono degne di un Paese civile, anzi delegittimano e indeboliscono l’autonomia della stessa Magistratura, sancita tra l’altro dalla nostra Costituzione.

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