CAMPOBASSO _ “Ribadiamo la nostra contrarietà all’ipotesi di utilizzare i 55 milioni di euro di fondi FAS (fondi per le aree sottoutilizzate) per risanare una parte del deficit sanitario regionale (98 milioni di euro). Lo ribadiamo perché sono fondi destinati a “favorire la ripresa della competitività e della produttività nelle aree sottoutilizzate”. Lo ribadiamo perché la tutela degli interessi di categoria – quelli delle nostre imprese – non è “flessibile” ossia duttile, adattabile o elastica, come piacerebbe a qualcuno. E’ una tutela incondizionata e ferma sui principi fondamentali e fondanti il nostro Statuto. Se fossimo “elastici”, avremmo sorvolato sull’argomento, sapendo che le risorse Fas dirottate sulla sanità servono anche a ripianare i crediti che diverse nostre aziende del ramo vantano nei confronti della Regione.

Ancora una volta, però, dimostriamo di andare oltre gli interessi di bottega. Per noi, lo sviluppo del territorio molisano in termini di crescita del pil e di posti di lavoro deve passare soprattutto attraverso lo sviluppo delle attività economiche private, tra cui l’industria. Rinunciare ai fas, quindi, non sarebbe mitigare i nostri bisogni a vantaggio della collettività ma tutto il contrario: significherebbe togliere linfa vitale alle iniziative private, non esclusivamente quelle industriali. Aggiunge, infine, Falcione: “Per quanto riguarda i vantaggi che nostre aziende avrebbero ricevuto anni addietro dalla costruzione di ospedali e dalle assunzioni di personale sanitario, ricordo a quanti hanno voluto riprendermi sull’argomento che l’Associazione Industriali si è sempre battuta per una politica di sviluppo volta al miglioramento del contesto competitivo nel quale operano tutte le imprese e per un rigore assoluto nel contenimento della spesa pubblica”.

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