Michele Salome
TERMOLI _ Torna con una nuova poesia, questa volta in vernacolo, Michele Salome, termolese “doc” e profondo fautore della termolesità e della cultura marinaresca. Leggendo le sue nuove rime dal titolo “Caliche”, Salome ci fa “respirare” il profumo del mare all’alba, percepire l’aria dall’odore salmastro, ci fa immaginare le barche allineate nel porto, ci ha tornare alla mente la bella spiaggia di Sant’Antonio, ci fa riecheggiare visioni di giorni e tempi sereni, scanzonati, dominati dalla semplicità.  

Ancora una volta emerge chiaramente dagli scritti di Salome la forza del vernacolo termolese ed il desiderio di mantenere intatti i detti ed in modo particolare le tradizioni dei tempi più “verdi” di Termoli.

Calichë

Da luntanë smiccë u marë
l’ariä c’ë fattä cupä, pësantë
u vintë c’è cunsümätë pa vallë du Bifern,

i mänë appïccïcosë
nu fastidië finë ind’alloss
atturn atturn pa campagnä
purë i fruscë c’ë sonn’acquiatätë

da grë viv u trabbucch
c’ë vedë appen appen
u märë c’è quajätë
u solë nön’fä mälë

sop’a rivä nu caggiän
chjën dë spëranzä
scïcavëtëiej ammizz a scisch
hè calichë.

20.07.2000 Michele Salome

Traduzione: Calichë – Da lontano guardo il mare – l’aria s’è fatta cupa, pesante – il vento si è consumato – lungo la valle del Biferno – le mani appiccicose – un fastidio fin dentro le ossa – tutt’intorno per la campagna – anche le foglie secche si sono acquietate – da rio vivo il trabucco – si vede appena appena – il mare è diventato piatto (come olio) – il sole non fa male – sulla riva un gabbiano – pieno di speranza – rovista tra i detriti portati dal mare – Hè calichë Breve

Calichë” è un tipico termine dialettale termolese _ ha spiegato Michele Salome _, sicuramente sconosciuto ai giovani di oggi, spesso usato dai nonni e dai genitori delle mie generazioni e di quelle precedenti. Talvolta al risveglio si udiva questa parola dopo la fatidica domanda “chë fä u timpë ojë ?” ovvero “come sarà il tempo oggi?”; puntuale ed inesorabile, la risposta hè calichë”, dava subito l’esatta rappresentazione di quelle che quel giorno sarebbero state le caratteristiche del tempo atmosferico; in particolare un tempo con assenza di sole e di vento, umido, uggioso, tipico delle giornate di inizio autunno.
 
Ebbene questo termine così secco, preciso, qualche volta ci riporta alla memoria quando all’alba, nelle case, le prime frasi scambiate erano il preludio ad uno sguardo fiducioso verso il nuovo giorno che arrivava ed insieme speranza di un futuro migliore per le future generazioni”.

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3 Commenti

  1. Come sempre, riesci a cogliere l’anima della nostra amata terra. Mi hai riportato indietro nel tempo quando udivo mia nonna dire “ojè hé caliché” riferendosi non solo al tempo ma, al suo umore meteopatico.
    Amo leggerti, perchè le tue poesie mi fanno sentire vivi gi affetti che mi legano alla mia Termoli.
    Un grazie al mio amico poeta…..