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Antonio Di Pietro
LARINO _ Abbiamo letto, in questi giorni, la lettera all’Idv e della sua futura azione di promozione di un referendum abrogativo della legge di privatizzazione del servizio idrico. È da tempo che conosciamo il Forum italiano dei Movimenti per l’Acqua che, già nel 2007, presentò una proposta di legge d’iniziativa popolare, sottoscritta da 400 mila cittadini, per la ripubblicizzazione dell’acqua. È di qualche settimana fa la grande manifestazione di piazza del Popolo a Roma, partecipata da 200.000 persone, a rappresentare il mondo cattolico e religioso, l’associazionismo sociale, la cooperazione, il sindacato, il popolo viola e altri ancora. Un mondo variegato di cittadini che si ritrovano tutti insieme a difendere un bene primario come l’acqua. Un mondo che ha bisogno di rafforzare la sua unità e di allargare la partecipazione per vincere una battaglia imposta dai padroni e dal governo che li rappresenta.

È il 31 marzo 2010, il giorno in cui il Forum ha depositato a Roma, presso la Corte di Cassazione, i tre quesiti referendari preparati dai giuristi Alberto Lucarelli, Gaetano Azzariti, Gianni Ferrara, Stefano Rodotà, Ugo Mattei, Luca Nivarra. Il primo chiede l’abrogazione dell’articolo 23 bis della legge 133 del 2008, cioè l’architrave su cui poggia la privatizzazione dei servizi pubblici (acqua, rifiuti, trasporto pubblico). Il secondo propone la cancellazione dell’articolo 150 del decreto 152 del 2006 (o codice ambientale) che individua le forme di gestione e affidamento del servizio idrico. Il terzo, più specifico, vuole invece l’abrogazione dell’articolo 154 del già citato decreto 152, nella parte in cui parla «dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito» nella determinazione del sistema tariffario.

Proprio le proposte sopra riportate sono il frutto della mobilitazione di questi anni contro la privatizzazione dell’acqua, per il riconoscimento dell’acqua come bene di tutti e diritto umano universale e per la ripubblicizzazione del servizio idrico. Ora, che l’Idv decida di promuovere un proprio referendum, è difficile crederci. Perché non è possibile pensare che voglia dividere ciò che, invece, bisogna unire se si vuole raggiungere l’obiettivo finale, comune al popolo del Forum ed a quello dell’Idv. Se è solo per una questione di visibilità, che sta a cuore a Di Pietro, crediamo che ci sono tutte le ragioni per farlo tornare indietro su una decisione deleteria che va a rafforzare il governo e i padroni. Altrimenti, bisogna pensare, nel momento in cui vorrà procedere senza ascoltare ragione, che gli interessi sono altri, e di ciò Berlusconi sarà profondamente grato.

Noi di Larino Viva, che abbiamo aderito al “costituendo Comitato Promotore” per il Referendum per l’Acqua Pubblica promosso dal Forum italiano dei Movimenti per l’Acqua e che nei promossi giorni raccoglierà le firme, ci rivolgiamo agli amici dell’Idv, di Larino e del Molise, per consigliare Di Pietro a non proseguire sulla strada della divisione e per concordare con noi un’azione comune in grado di informare tutti i cittadini e coinvolgerli nella raccolta delle firme. Un modo per renderli tutti protagonisti della salvaguardia e tutela del bene, che appartiene a ognuno di noi, al pari dell’aria che respiriamo. Redazione Larino Viva.

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