TERMOLI – “Possiamo perdonare un bambino quando ha paura del buio. La vera tragedia della vita è quando un uomo ha paura della luce.” E’ come un lampo di luce questa intuizione di Platone. Ed è proprio sulla luce che si gioca il contrasto che egli ci propone. Da un lato la tenebra, grembo oscuro che giustamente il bambino teme e che invece per molti adulti diventa il paesaggio in cui ci si rifugia. C’è, infatti, anche esteriormente, un mondo della notte che si anima appena è calato il sole sulle nostre città. Lo rappresentava già il libro di Giobbe quasi in presa diretta:…
“Quando non c’è luce si alza l’omicida per assassinare il misero e il povero; nella notte s’aggira il ladro…….Nessun occhio mi vedrà! E si cala sul viso la sciarpa. Nelle tenebre si forzano le case……” Ladri, ruffiani, criminali…..vari sono il popolo della notte che teme la luce. Ma c’è un’altra paura della luce che non è né sociologica né psicologica: Ed è il sottrarsi allo sfolgorare della verità perchè essa costringerebbe a mutare mentalità e vita. Si preferisce chiudere gli occhi, un pò come confessava Kafka nei confronti di Cristo: “Lui è un abisso di luce. Bisogna chiudere gli occhi per non precipitarvi”

Ecco anche il Centro Storico, così ben servito da tante telecamere…così dicono, iniziando da strada San Pietro apre la visita Notturna dei Presepi famigliari. Signori politici, signori delle forze dell’ordine, il Centro Storico tanto blasonato nel periodo estivo, purtroppo esiste anche nel periodo invernale e quei pochi ultimi indiani da riserva mhoichans che ci vivono non sono e non saranno mai i figuranti di un vostro ideale museo. cappellaroccodettotommaso

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