TERMOLI – Entra in casa con la forza, la picchia, la sbatte contro un muro e poi la trascina in camera da letto violentandola ripetutamente. La minaccia più volte con una pistola, la molesta con 15-20 telefonate al giorno per poi pedinarla tanto da costringere l’ex moglie a vivere come una reclusa in casa con i due figli piccoli. Protagonista delle ripetute violenze, una guardia giurata di 40 anni, residente in un centro vicino Termoli, arrestato lo scorso mese di marzo dai Carabinieri ed ora tornato in libertà. L’uomo, dopo un periodo trascorso ai domiciliari, è ora gravato dal divieto di avvicinamento alla donna con cui ha vissuto per parte della vita. Il quarantenne, nonostante avesse una relazione stabile con un’altra giovane a seguito della separazione dalla consorte di 30 anni, non sembra aver accettato la decisione della giovane tanto da mettere in atto inizialmente una serie di molestie telefoniche poi sfociate in stupro, minacce continue, pedinamenti, tormenti 24 ore su 24 contro la diperata giovane conducendola al limite della sopportazione, in un vortice di dolore e terrore senza fine. Il metronotte a seguito delle indagini dei militari, è stato licenziato dalla società dove prestava servizio e gli sono state sequestrate le pistole prima che, in un raptus di follia, potesse fare ancora del male alla ragazza da cui era separato.

Durante le continue incursioni nell’appartamento della ex dove la sfortunata viveva come una reclusa, con le imposte sempre chiuse, era solito puntarle contro l’arma da fuoco ed urlarle oscenità: “Ti ammazzo, ti stacco la testa, mi fai schifo”. E ancora: “Ti faccio vedere come muori”. Il difensore della donna, il penalista Roberto D’Aloisio, preoccupato per l’escalation di violenze a cui era esposta la giovane madre, ha dato impulso alle indagini affinchè si giungesse alla conclusione prima che potesse accadere l’irreparabile.

Ora la guardia giurata è tornata libera in attesa del processo fissato per il prossimo 11 novembre. La ragazza con i 2 figli piccoli, nel frattempo, ha cercato di rimettere insieme i “cocci” della propria vita dopo l’incubo che l’ha tenuta chiusa in casa al buio per diverso tempo. “Non mi sento né vincitrice nè vinta perché nessuno vince in questa situazione” ha detto ma il ritorno in libertà dell’ex consorte sicuramente non la rassicura. L’uomo, accusato di stalking, violenza sessuale, violenza privata, minacce ripetute e lesioni, deve tenersi ad 1 chilometro di di distanza.

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Antonella Salvatore
Giornalista professionista, Direttrice di myTermoli.iT e myNews.iT e collaboratrice AnSa