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ZuccherificioOperai
Gli operai dello zuccherificio di Termoli
TERMOLI – Sorpresa e sbigottimento tra lavoratori e sindacati per il provvedimento del Tribunale di Larino di vendere solo i beni mobili dello Zuccherificio.
  E così dal prezzo che già sapeva di svendita di 6 milioni e mezzo di euro per l’intero stabilimento saccarifero di Termoli, con la nuova asta siamo alla liquidazione totale con un costo di 680 mila euro. Per gli operai, ancora in presidio da oltre un mese davanti i cancelli, è stata una vera e propria doccia fredda: nessuno se lo aspettava. Anzi, confidavano nel percorso intrapreso in Consiglio regionale. Ed invece a distanza di oltre quattro settimane di contatti, incontri a Campobasso, riunioni a Termoli, non è arrivata né la ricollocazione lavorativa, né la cig e, fino a questo momento, nemmeno la mobilità.

“Se lo Zuccherificio si inizia a spezzettare e vendere siamo alla fine. È iniziato un percorso che temevamo e non ci aspettavamo in questo momento”. Commenta così Nicola Colella, Rsu della Cgil dell’impresa l’atto del giudice D’Alonzo. 

“Con questa decisione la produzione di zucchero è conclusa – ha proseguito Colella – dopo 13 aste andate deserte tra cui l’ ultima con un prezzo di vendita di 6 milioni e mezzo di euro, non ci aspettavamo questo tipo di decisione. A prescindere se viene o non viene venduto, l’atto di liquidare l’azienda a spezzatino è un fatto negativo. La politica ci ha sempre detto di poter ottenere benefici dall’area di crisi non complessa ed invece si è arrivati a questo”. Estremamente rammaricati anche i lavoratori, ancora in presidio davanti i cancelli ad oltre un mese dall’avvio della protesta ma ora determinati ad andare avanti ed a stabilire nuove iniziative.

Amarezza e delusione per Antonio Di Lisio, operaio dell’azienda per 25 anni ed 11 anni Rsu della Flai-Cgil: “La sorpresa oggi è arrivata dal Tribunale e da una vendita a pezzi. Ricordo alla politica in generale che tra due anni lo zucchero costerà 1 euro al chilo ed allora bisognerà ricostruire con i soldi pubblici quello che si è distrutto”.

Per il segretario regionale della Fai-Cisl, Raffaele De Simone: “La vendita a pezzi dell’impianto potrebbe rappresentare un ulteriore elemento negativo. Spezzettare in questo momento potrebbe rappresentare una ulteriore difficoltà in caso di un ipotetico rilancio del settore nel centro sud Italia”. 

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Antonella Salvatore
Giornalista professionista, Direttrice di myTermoli.iT e myNews.iT e collaboratrice AnSa