ISERNIA _ La società di imbottigliamento dell’acqua Castellina, dinanzi alla sentenza del Tar che accoglie parzialmente il ricorso di alcuni cittadini e sospende solamente gli effetti di alcune determine della Regione e non la concessione come riportato da alcuni organi di stampa in maniera errata, si sente comunque pesantemente danneggiata da un iter burocratico e giudiziario che arriva, peraltro, dopo il fermo della produzione registratosi qualche anno fa il quale ha causato e sta tuttora causando innumerevoli danni economici e di immagine all’azienda, all’indotto, all’occupazione e allo sviluppo del territorio.

La Castellina, rassicurando i propri consumatori, continuerà a produrre e ad essere presente sul mercato in attesa della decisione della Regione che, nei termini previsti dalla legge, potrà presentare ricorso in Consiglio di Stato. La Castellina, su tale fronte, potrebbe valutare anche l’eventuale avvio dell’iter per la richiesta del risarcimento dei danni. Un altro eventuale fermo, infatti, vorrà dire affossare una storica e ridente azienda molisana che, con innumerevoli sforzi ed ingenti capitali investiti, ha superato lo scoglio del blocco della produzione perpetratosi per circa un anno ed è riuscita a non farsi risucchiare nel vortice della crisi economico-finanziaria in atto.

Castellina, poi, attende fiduciosa, a distanza ormai di quasi un anno dall’assoluzione con formula piena in I grado dall’accusa di furto d’acqua (sia della proprietà sia di dirigenti e funzionari della Regione), anche la fissazione dell’udienza in Corte d’Appello per la nota vicenda giudiziaria che ha portato al blocco dell’imbottigliamento cui si diceva. Castellina ha sempre operato secondo i dettami legislativi e le tre sorgenti, cui ha tutte le necessarie autorizzazioni, ai vari livelli, sono poste nel suolo di propria proprietà e tiene a precisare che i cittadini di Castelpizzuto, contrariamente a quanto, a più riprese, hanno fatto intendere i ricorrenti, hanno acqua in abbondanza ed oltre le proprie necessità. Anzi, come sottolineato e dimostrato nel corso del procedimento giudiziario, non è l’azienda a togliere acqua alla comunità ma è il Comune a captare abusivamente e senza alcuna concessione o determina da una sorgente in concessione alla società di imbottigliamento Castellina.

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