Amoruso con Frattura
TERMOLI _ Dopo il terremoto del 31 ottobre 2002 che colpì un’area comprendente 14 comuni del Molise e dell’esondazione del fiume Biferno, a metà gennaio 2003 che colpì 4 comuni del basso Molise, il governo nazionale aggiunse all’Ordinanza n° 3268 del Presidente del Consiglio dei ministri, il famoso art. 15, il quale comportò la generazione di un fondo unico per la ricostruzione post-terremoto e per il programma di ripresa produttiva.

           La Giunta regionale intanto si era preoccupata di allargare l’area da sostenere con il “Programma pluriennale di interventi diretti a favorire la ripresa produttiva del Molise” dai 18 comuni (14 terremotati e 4 alluvionati) a tutta la regione Molise, pur con il parere contrario di Bertolaso e del Dipartimento della Protezione Civile. Con questa manovra si permetteva agli amministratori regionali di estendere i fondi destinati ai soli comuni danneggiati dal sisma e alluvione a tutti i comuni molisani.

            Oggi, a distanza di qualche anno dall’inizio del programma di investimenti e considerata l’enorme dotazione finanziaria iniziale, pari ad euro 670 milioni, ci poniamo alcune domande per comprendere come è migliorato il tenore di vita dei molisani o il Pil della regione stessa dopo questi consistenti investimenti.

            Tutte le risorse dell’art. 15, ovvero del “Programma pluriennale” sono state spese legittimamente?

     Ricordiamo che il Presidente della regione Molise con vari decreti ha allargato all’intera provincia di Campobasso il territorio colpito dal sisma e all’intera provincia di Isernia il territorio colpito dal l’alluvione. Questo ha determinato che i finanziamenti inizialmente destinati ai 18 comuni danneggiati sono stati in realtà distribuiti a pioggia su tutto il territorio regionale, al solo scopo di acquisire e conservare il consenso.

            Quali sono stati i così detti “interventi strategici in diversi settori d’interesse locale o regionale” finanziati con i fondi dell’art. 15?

–    Oltre ai pochi spiccioli arrivati ad alcune imprese e consistenti contributi alle solite aziende di amici compiacenti, gli investimenti più eclatanti sono stati: il finanziamento della serata di Miss Italia, di altre trasmissioni televisive, di vari festival, il museo del profumo, il progetto sulla patata turchesca, quello sul ripopolamento della seppia, l’ippovia, l’itinerario sentimentale e l’acquisto dell’ormai famoso catamarano termoli Jet.

            Quanti nuovi posti di lavoro reali, cioè quelli a tempo indeterminato, non quelli a cui ci           ha            abituato il Presidente in questi ultimi giorni di campagna elettorale di soli tre mesi, sono        sorti nell’area danneggiata dal sisma e alluvione e quante nuove imprese sono nate grazie all’art. 15 e, ad oggi, non hanno ancora chiuso?

–    Dalle indagini sul territorio si può ritenere sicuramente che un numero esiguo di posti di lavoro e di imprese sono stati, un numero infinitamente insignificante se confrontato agli importi spesi. Qualche mese fa, il presidente della regione Iorio ha annunciato che era in pubblicazione un libro che avrebbe fornito tutte le informazioni e i dati sugli investimenti realizzati con fondi dell’art. 15. Sarebbe stato utile per tutti i cittadini molisani averlo potuto leggere prima di queste elezioni in modo da giudicare il suo operato e poter esprimere il proprio consenso con conoscenza dei fatti. Ma di questo libro si sono perse le tracce. La certezza che deriva dall’art. 15 è solo ed esclusivamente un ritorno garantito in termini di potere e di consenso.

Concludo ritenendo che, tutti i cittadini del Molise possono essere chiamati e contattati dalle varie segreterie di partito per offrire loro una candidatura nelle varie liste in appoggio ad uno o all’altro candidato presidente, ma fondamentale è la successiva decisione.

Riflettiamo serenamente sulle parole e sui fatti. Da un lato i proclami e i progetti su carta promessi grazie ai fondi dell’art. 15 e dall’altro la realtà di questo Molise. Dove sono i posti di lavoro? Dove sono le aziende sorte grazie all’art. 15? I progetti finanziati hanno generato percorsi virtuosi e attratto finanziatori da fuori regione? Sono stati rispettati i patti con gli elettori o siamo stati presi in giro ancora una volta?

Alla luce di tutto ciò, dobbiamo cercare di dare delle risposte a queste domande e poi scegliere per chi votare.

 

 

Articolo precedenteIl Comitato Pro-Vietri a Iorio: “Ci risparmi l’ennesima pagliacciata”
Articolo successivoDomani arriva Vendola a Termoli per Sel

1 commento

  1. x Giovanbattista
    Alla luce di quanto esposto nell’intervento non dobbiamo cercare di dare delle risposte alle domande contenute per scegliere per chi votare. L’ha fatto per noi il candidato Presidente della coalizione di centro SX che a mezzo stampa (ha comprato un’intera pagina di un quotidiano molisano) e con messaggi elettorali a pagamento ha invitato in maniera chiara ed inevocabile al voto disgiunto senza rispetto alcuno dei candidati consiglieri che pur sostenendolo con lealtà, entusiasmo e sacrifici fisici ed economici, di fatto vengono relegati al ruolo di riempiliste.
    A questo punto voto cinque stelle e do la preferenza ad un candidato consigliere termolese.