Il Sindaco di MafaldaMAFALDA _ Eppur si muove! Finalmente Mafalda non è più sola nella sua lotta contro l’insediamento della centrale a biomasse nel suo territorio! Non è e non era, dunque, il capriccio di una piccola Amministrazione irragionevole e idealista che avrebbe fatto di quella brutta faccenda solo un cavallo di battaglia a scopo elettoralistico, come vogliono far credere i fautori della centrale (passata amministrazione, attuale minoranza mafaldese e ditta compresa!), non avendo altre giustificazioni al loro progetto! Non è e non era un pretesto per contrastare mire politiche ‘espansionistiche’ di qualche furbetto! Non siamo mai stati “gente di bassa reazione sociale”, come qualcuno voleva far credere, che resta a guardare, impassibile, mentre taluni soggetti, con l’avvallo di compiacenti dirigenti regionali, hanno tentano e stanno tentando di defraudarci del nostro territorio, di cui noi andiamo molto fieri!

Il problema delle centrali a biomasse ha avuto in questi giorni gli onori della cronaca nazionale, oltre che locale; su di esso intervengono quasi ogni giorno esponenti di gruppi, movimenti e partiti, istituzioni comunali e singoli cittadini; su di esso l’area della valle del Trigno, come quella Matesina, sta battendo forte e batterà ancora più forte (si vedano i Consigli Comunali di San Felice del Molise, di Celenza sul Trigno, di Fresagrandinaria, di Tufillo e di Trivento, ai quali va il nostro plauso ed ai quali tanti altri ne seguiranno). Attualmente siamo di fronte a questa situazione: alcuni esponenti del centro sinistra hanno sposato la causa e la posizione (e la stanno difendendo), dell’Amministrazione di Mafalda, a difesa del territorio contro scelte industriali che noi consideriamo scellerate; gruppi consistenti di movimenti ambientalisti, che non si lasciano condizionare pregiudizialmente da schieramenti, insistono sulle ragioni che negli anni scorsi ci hanno visto lottare in solitaria, nelle aule giudiziarie e nelle piazze, mentre l’opposizione di Mafalda che fa? Continua ancora a ripetere ritornelli stonati, in aperta dissonanza con i propri sodali di partito (ma da che parte stanno?

Con i cittadini, insieme con i loro esponenti politici o semplicemente pensano solo ai loro voti per le prossime amministrative?). Questa sì che è una chiara strumentalizzazione, piccola piccola, di natura locale e con l’unico scopo di denigrare, attaccare, senza un ragionamento serio che entri nel mercato della gravissima questione sanitaria ed ambientale che un inceneritore può innescare! La verità è che la minoranza mafaldese (grande promotrice della centrale) si ritrova isolata, circondata, ignorata, viene smentita e zittita puntualmente in questi giorni. Il gioco, dunque, è ormai scoperto, dato che i nostri oppositori locali hanno un problema politico molto serio: condividere le scelte e le posizioni dei loro organi a livello regionale o continuare a menare il can per l’aia. Decidano da che parte stare! Paradossalmente, la minoranza mafaldese (la sola ormai!) chiede, esige e desidera a tutti i costi la centrale a biomasse, difendendo così interessi di parte di gruppi imprenditoriali (chissà perché?!?), senza proferire una parola sulla sua invasività per la salute nostra e per l’ambiente; d’altra parte, fa terrorismo psicologico per una piccolissima antenna necessaria per l’ADSL.

Uno strabismo che a lungo andare rende totalmente ciechi! È arrivato il momento di gettare la maschera! Il rispetto dell’ambiente, del territorio, la salvaguardia della salute dei cittadini, sono stati cavalli di battaglia e motivi di forti contrasti tra avversarie forze politiche. La minoranza di Mafalda (e chi con essa!) non può più nascondersi dietro il ricatto dei posti di lavoro, che ingannevolmente viene riproposto (c’è chi sulla stampa ha già fatto un pò di conti e smontato il ricatto … aprite gli occhi!), per difendere una politica del territorio che nulla ha a che fare con le nostre Comunità, una politica che tanti Comuni in questi giorni stanno rinnegando con forza e atti ufficiali. Tutti, da destra a sinistra, molisani ed abruzzesi, ci stiamo unendo per combattere la stessa battaglia in difesa del bene più prezioso: il diritto alla vita e alla salute! Tutti insieme stiamo pensando al reale futuro delle nostre Comunità, dei nostri bambini e ragazzi e del nostro territorio, salvaguardandone la salute e le risorse naturali! Mentre continuano le divergenze sul piano giuridico, l’attenzione ora si sposta finalmente e decisamente sul piano politico, a vari livelli.

La Regione viene bacchettata dal Governo centrale per la politica ambientale, gli assessorati e i funzionari di settore corrono ai ripari, difendendo il loro ruolo istituzionale, ma niente ci viene detto degli eventuali nuovi insediamenti nocivi per la salute e di un piano industriale regionale per la tutela del territorio! Le Amministrazioni interessate sia molisane che abruzzesi, dei paesi limitrofi e prossimi a Mafalda, stanno facendo sentire la loro voce con forza e sono tutte solidali con la nostra Amministrazione, pronte a pronunciamenti ufficiali in difesa delle nostre ragioni, che sono di tutti. La stampa ogni giorno mostra attenzione alla lotta che ci vede impegnati nelle aule giudiziarie e nelle sedi istituzionali. Tutto questo ci incoraggia e ci spinge ad andare avanti, forti di una solidarietà diffusa, capillare ed energica. La prossima Conferenza di Servizi istruttoria del 27 settembre ci troverà tutti più forti e più motivati! Non si potrà non tener conto di un’onda che sale sempre di più e fa sentire la sua voce contro l’insediamento della centrale a biomassa che, ripetiamo per l’ennesima volta, mette a rischio la salute dei cittadini e non risolve affatto il problema occupazionale degli operai della ex Smi, come si vuol far credere.

La centrale, infatti, non potrà riassorbire tutti i lavoratori della ex Smi (che erano a pieno regime quasi 150 unità!), perché essa per funzionare necessita non più di 15 unità lavorative, tra le quali ingegneri e tecnici del settore. Smettiamola, dunque, di esemplificare grossolanamente la questione! Biomasse cioè lavoro per tutti, niente biomasse cioè disoccupazione. L’equazione è un grande bluff, è fumo negli occhi, colpevole e consapevole miopia di chi non vuol vedere e di chi vuol occultare la realtà! Il problema occupazionale va affrontato su nuovi e diversi tavoli istituzionali e politici, dal momento che non è affatto impossibile coniugare lavoro-salute-ambiente-territorio. Noi non vogliamo e non possiamo più permettere che sia sacrificato l’uno a danno dell’altro, a vantaggio di un progresso falso ed effimero. Perché non può esserci vero progresso se a rischio è la salute pubblica, se si arrecano danni irreparabili al territorio, se si lavora in condizioni disumane, se si produce grave inquinamento dell’aria, dell’acqua, dei prodotti della nostra terra. Il nostro no convinto al progetto della centrale a biomasse a Mafalda è ben noto a tutti e largamente motivato in tante sedi e in tante occasioni. Vogliamo garantire e difendere il diritto alla salute dei cittadini (art. 32 della Costituzione) e la dignità ai lavoratori, vogliamo la salvaguardia del nostro territorio, vogliamo conservare il nostro ambiente privo da gravissimi fattori di inquinamento. E tale volontà popolare non si fermerà dinanzi a nulla e nessuno, ma continuerà a lottare strenuamente, verrà riaffermata e troverà una ferma concretezza, mettendo tutte le figure coinvolte di fronte alle proprie responsabilità amministrative e penali, laddove sarà necessario.

L’Assessore Aurelia Spatocco

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