CAMPOBASSO _ Nelle società post-industriali del terzo millennio, l’ambiente rappresenta la risorsa più preziosa. Acqua, aria, natura e territorio, sono beni indisponibili da salvaguardare e valorizzare perseguendo un modello di sviluppo eco-sostenibile. Il lavoro immateriale e dei servizi nei prossimi anni sostituirà progressivamente la produzione manifatturiera realizzando una nuova mappa della competitività e dell’occupazione. Il Molise può giocare in questa prospettiva un ruolo di rilievo perché è terra ricca di acqua, con un ambiente poco inquinato e con un basso numero di abitanti per chilometro quadrato. La nostra arretratezza può evolvere in fattore propulsivo di sviluppo a patto che in questi anni di transizione non cediamo alle lusinghe delle speculazioni e dell’affarismo. Con un’agricoltura che arranca e un’industria in sofferenza la nostra regione non può dilapidare i propri beni ambientali con politiche miopi. Sul nucleare la Puglia e la Campania hanno detto no con una legge. Potevamo farlo anche noi. Sulla difesa dell’acqua come bene pubblico da non privatizzare c’è ancora confusione. Sui rifiuti siamo all’ultimo posto in Italia per la raccolta differenziata e da mesi non si risponde al mio quesito sull’inutilità di un Termovalorizzatore nei pressi di Faifoli. Con la legge sul Piano Casa si mette a repentaglio la sicurezza dei cittadini e si aprono le porte a possibili speculazioni. Sull’eolico selvaggio tra trenta giorni passerà la norma del silenzio-assenso contemplata nell’ultima legge in materia col rischio che in Molise si alzeranno 2 mila e 500 torri eoliche a ridosso di case rurali, strade, aree archeologiche e centri abitati. In pratica tra qualche anno, se non ci sarà uno stop a simili politiche, la nostra regione oltre a scontare difficoltà competitive su industria e agricoltura, si auto-precluderà l’alternativa di un modello di sviluppo alternativo. Al giusto impegno delle Diocesi Abruzzesi e Molisane a Salvaguardia del Creato va aggiunto un progetto che crei occupazione, progresso e benessere difendendo la nostra acqua, il territorio, l’aria e l’ambiente. Un piano che trasformi l’arretratezza in valore.

Questa è la sfida su cui investire energie, passioni e competenze. Non basta dire no a un Molise con 3 mila torri eoliche, due Termovalorizzatori, con l’acqua gestita da privati, capitali casertani che costruiscono sulla nostra costa e magari una Centrale Nucleare che affianca la Turbogas. Si possono creare posti di lavoro costruendo in sicurezza, puntando al risparmio energetico, organizzando la raccolta differenziata, il riciclo e il riuso dei rifiuti, mantenendo l’acqua in mano pubblica e valorizzando le nostre risorse ambientali, culturali e produttive. Lo scontro aperto non è tra che vuole modernizzare e chi vuole conservare, ma è su quale progetto di cambiamento bisogna puntare.

                                                                                                                                                            Michele Petraroia

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