Cristiano Di Pietro
CAMPOBASSO _ A quanto pare, la proposta di legge 30, la cosiddetta “salva poltrone”, ricompare nell’odg di ogni consiglio regionale. E’ previsto anche in quello di domani nonostante la seduta doveva essere dedicata all’annoso problema del lavoro. Non è bastata l’indignazione dei molisani né quella della stampa nazionale e neppure è bastata la ferma e determinata opposizione da parte della minoranza a far desistere i consiglieri di centrodestra dal perseverare in questo disegno che sa tanto di cattiva politica. Il pericolo non è ancora scampato e domani la pdl n.30, soprannominata in vari modi, è di nuovo all’ordine del giorno. E’ necessario fermare il maldestro tentativo di far passare per cosa buona una legge dal sapore golpista dettata dall’evidente paura di un annullamento delle elezioni da parte del TAR. La paura di perdere il potere è talmente forte che i consiglieri dell’attuale maggioranza hanno dimenticato che c’è già una legge regionale, la n.12 del 13/02/2002, che in caso di invalidazione delle elezioni regionali regola le funzioni del Consiglio.

Tale legge regionale fa dell’art.123 della Costituzione il suo pilastro portante prevedendo che, in caso di annullamento delle elezioni, i consiglieri rimangano in carica per atti aventi caratteri di urgenza. I costituzionalisti, infatti, non danno potere ordinario agli Enti in scioglimento per un preciso motivo: evitare episodi di sciacallaggio della normazione da parte di coloro, che in caso di annullamento delle elezioni, non godono più della facoltà di iniziativa legislativa (prerogativa, questa, posta in capo ai consiglieri regionali eletti), ma diventano cittadini semplici. Se la maggioranza avesse realmente voluto ridurre il numero dei consiglieri, avrebbe potuto seguire altre strade. Noi abbiamo proposto un percorso diverso. In Consiglio, presenteremo un progetto di legge composto da un solo articolo in cui si chiede una modifica all’assetto della composizione relativa al numero dei consiglieri con una riduzione del numero da 30 a 20. Ci chiediamo perché non sia stato preso in considerazione questo aspetto in luogo di una forzatura come quella della proposta di legge “salva consiglio”.

Oggi Iorio e la sua maggioranza vorrebbero ingannare i cittadini facendo passare la legge 30 come la norma che taglia i costi della politica. Le parole del consigliere Niro, secondo il quale, grazie alla pdl. 30, rimanendo in carica con poteri ordinari, i consiglieri, potrebbero assumersi le loro responsabilità su casi come Solagrital, Zuccherificio e altre aziende in crisi, non sono più tollerabili. Non si può infatti speculare sui dipendenti delle ditte in difficoltà dicendo che la legge “salva poltrone” serve a tutelare i lavoratori. Purtroppo con questo governo regionale, non c’è limite al peggio.

A dimostrarlo, dopo la proposta di legge 30, la delibera di giunta regionale 306 – modifiche alla finanziaria 2012. Sarà questa l’oggetto della nostra prossima battaglia contro la casta dei direttori di area regionali ai quali la Giunta Iorio con una mano ha tolto (poco, troppo poco) e con l’altra ha restituito. Dalla delibera in questione si evince, infatti, come i già fortunati capi d’area non abbiano subito nella realtà dei fatti alcun taglio ai loro stipendi d’oro. Il tutto, ovviamente, a discapito dei cittadini molisani che ancora una volta – conclude – dovrebbero soccombere di fronte ai privilegi della casta”. Noi dell’Italia dei Valori non abbasseremo la guardia e resteremo sempre vigili sulle azioni degli “imbonitori” del centro destra ai quali non possiamo e non vogliamo più permettere di oltraggiare la Costituzione e i cittadini molisani.

Cristiano Di Pietro, consigliere regionale IdV Molise

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