TERMOLI _ Scommettiamo che…. Come sfogliare la margherita: sarà lo sport praticato da qualcuno della nostra città. Non si sa se è in atto un’attività frenetica per uscire fuori dall’impasse in cui si è venuta a trovare l’amministrazione termolese con le dimissioni del sindaco oppure o se tutto è stato già deciso. Ci si incontra, ci si ascolta, in piccoli e riservati gruppi, locali pubblici e crediamo anche in stanze segrete più istituzionali, ma alla cittadinanza allo stato attuale non è dato sapere se le prossime feste natalizie Termoli sarà senza amministrazione. Probabilmente in tanti in questi giorni prevale il pensiero del 24 come vigilia di Natale e quindi delle feste tradizionali in casa con parenti e amici, intorno a tale imbandite, piuttosto che ipotizzare o fantasticare su quello che succede nelle segrete stanze o nella mente di pochissimi. Eppure un sondaggio pur modesto e statisticamente poco rappresentativo preferirebbe un Natale senza amministrazione. Non si può non riconoscere che questo è il periodo meno propizio per occuparsi di politica locale, di incontri/scontri o di strategie partitiche; sarà difficile che qualcuno resti turbato più di tanto e rinunci al festoso clima natalizio per stare dietro al sentito dire o alle elucubrazioni di commentatori più o meno avvezzi alle questioni in oggetto. Eppure qualcosa bisognerà pur dirla perché, in un senso o in un altro, ne va della sorte della città e della vita dei cittadini anche se sarà difficile tener desta l’attenzione dei più. Si stanno susseguendo segnali (non tanto flebili) che farebbero presagire il ritiro delle dimissioni, comunque vada (e così lo scrivente ha giocato la sua posta). Qualche commentatore attento, riflettendo su questi segnali, tempi, nomine, opportunità, scadenze e rinvii, si è già sbilanciato in tal senso e pare a ragion veduta. Ma sia la precaria situazione di stallo, sia l’eventuale ripresa o la fine traumatica mostrano tutte la loro debolezza e inconsistenza perché alla fine, comunque vada, la crisi di fondo permane a scapito della città. È una crisi di rapporti, e quindi anche di idee, di progettualità, di senso di responsabilità: l’incapacità di dialogo, di ascolto, di apertura e di fattiva collaborazione, al di là degli interessi privati, non sono facilmente superabili solo per qualche colloquio in più, o per qualche promessa, o per qualche riposizionamento di pedine all’interno dello scacchiere degli incarichi, e quindi del potere.

Sembra compromesso quel clima indispensabile per riprendere un cammino sereno e collaborativo; ma di questo ne sono coscienti, crediamo, tutti i protagonisti in campo. Il problema non consiste tanto nel fatto di riallacciare oggi certi rapporti e ritessere certe trame solide, quanto piuttosto nel proiettarsi verso un futuro, almeno per quello che resta (l’ultimo anno e mezzo), con obiettivi concreti (fattibili) così da giustificare la ripresa di un cammino comune, nell’interesse della città e non degli equilibri di forza. All’opposizione, dal canto suo, non resterebbe altro che andare affannosamente in cerca del 16° (ricorrendo ai noti efficaci metodi d’acquisto della prima repubblica), ma anche dopo averlo trovato con assoluta certezza dovrà assistere inerme al corso degli eventi perché su certe date e scadenze è impotente, messa all’angolo anche dal fatto che le feste natalizie, con giorni di vacanze ad intermittenza e assenze imprevedibili, non consentono di programmare praticamente un bel niente; ogni iniziativa avrà il sapore dell’ultimo disperato tentativo di voler essere protagonista e acquisire il merito di fronte ai cittadini dell’eventuale fine dell’amministrazione, che in verità è riuscita masochisticamente a farsi male da sola.

Forse l’opposizione avrebbe dovuto da tempo occuparsi e preoccuparsi solo del 16mo e lasciar perdere il resto, ma col senno di poi son piene le fosse. Staremo a vedere, ora siamo alla fine, la prossima settimana avremo altro di cui discutere, comunque vada.

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1 commento

  1. analisi ingenerosa
    l’interesse personale, che il motore che spinge quasi tutti ad agire,è l’unico elemento di confronto per sindaci, amministratori, politici, cittadini, cani e gatti, diventa difficile agire e pensare alla collettività. il senso civico che dovrebbe essere alla base della politica è finito da tanto tempo nella spazzatura e questo senza marchi di colore politico. lo fanno tutti e basta. la cosa vergognosa è che noi cittadini non ci ribelliamo mai e quando viene il tizio ed il caio a chiederci il voto, pur sapenso cosa non ha fatto per la città, lo votiamo comunque… non cambierà mai.