TERMOLI _ Che la politica sia necessaria è fuor di dubbio: ogni comunità, cittadina, nazionale, sovranazionale, ha bisogno di regole certe e di una buona amministrazione, per una convivenza ordinata.
Gli uomini sono per loro natura portati a vivere insieme, a costituirsi in entità comunitarie e per questo stabiliscono delle regole che tutti i componenti sono chiamati ad osservare, regole che salvaguardino la comunità e i suoi singoli membri, cosi che il bene e il futuro dell’una coincida con il bene e il futuro degli altri.
 
Ora le forme e le modalità di organizzazione e di gestione di una comunità cambiano col tempo e nei diversi luoghi, e riflettono generalmente stili di vita consolidati, ma sottoposti anche all’usura e alle trasformazioni di ogni genere, e sono anche il risultato di forme culturali (nel senso più generale del termine) maturate a causa di innumerevoli fattori.
 
Non c’è dunque una visione della politica (come governo della cosa pubblica) valida per sempre e per tutti; inoltre ogni epoca, ogni comunità può presentare diverse proposte politiche, che possono convivere nella dialettica, ma possono anche combattersi se ciascuna presume di affermare se stessa nell’eliminazione delle altre.
 
Nel momento in cui una proposta politica assolutizza se stessa, inevitabilmente diventa ideologia e criminalizza tutte le altre; se invece un progetto politico, pur fondandosi su principi, valori e programmi certi e ragionevolmente fondati su una solida dottrina attenta alla realtà e alle mutazioni epocali, vive una continua attenzione alle ragioni e alle istanze di altri progetti, nella comune ricerca del bene della comunità e dei suoi singoli membri, un tale progetto non rivendica per sé una posizione di egemonia assoluta.

Il discorso non sembra tanto retorico o astratto. Anche all’interno di una comunità piccola i rapporti tra gruppi politici riflettono queste stesse dinamiche. Nessuno può pretendere di avere le risposte giuste per ogni aspetto o problema della vita della città né può pensare di procedere in assoluta autonomia e totale chiusura nella gestione della cosa pubblica, con stili e metodi arroganti; pur consapevoli della responsabilità derivante da un legittimo mandato e del peso delle decisioni ultime, ciò non disimpegna dall’ascolto e dal confronto con tutti quelli che desiderano far sentire la loro voce e forse persino collaborare con gli avversari politici. (Ma non raramente succede che l’affannarsi nel continuo ed estenuante confronto porta alle non-decisioni e in fondo alla de-responsabilità che fa danno quanto le scelte sbagliate).
 
Ora, pur partendo da visioni diverse, a volte contrastanti, sembra impossibile che su questioni significative per la vita di una comunità o di un territorio non si trovi una piattaforma comune e condivisibile; a volte si dà l’impressione che, pur di non darla vinta all’avversario che amministra (della serie: tanto peggio tanto meglio), si arrivi a contrastare un progetto o una soluzione concreta che oggettivamente si presenterebbe come l’unica possibile in quel dato frangente.
 
Sarebbe indispensabile che a ciascuno stia a cuore il bene di tutti e che, in ogni caso, al di là del relativismo della politica, arte del possibile e dei compromessi, ci sia qualche riferimento assolutamente irrinunciabile come una bussola infallibile, cioè la centralità della persona che vive relazioni di qualità.                                                                                                                                      

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2 Commenti

  1. Un richiamo per tutti.
    Giustissimo quanto affermato da Don Marcello, e non può che essere condiviso.Ma secondo me alla politica bisogna avvicinarsi con passione e disposizione ad una adeguata formazione, invece oggi assistiamo, per la quasi totalità, a personaggi che fanno “politica”, senza alcuna preparazione, con arroganza e soprattutto dimostrano che l’obbiettivo unico è quello di tutelare i propri interessi, anche a sfregio del bene comune. Così, quale futuro per i nostri giovani oggi?

  2. Ma dov’è la politica vera?
    Concordo anch’io con Don Marcello. La politica si è trasformato in qualcosa di ibrido, in uno strumento per ottenere qualcosa, quando è tutt’altro, almeno in passato era così. Ma dove sono i valori, sono sono le idee, dov’è la passione per questa materia. E’ tutto finito. La speranza sono i giovani ma..chissà?